Prendendo avvio dai miti di fondazione degli edifici nell’area balcanica, il saggio ricostruisce la dimensione materiale della gjitonia, la struttura del vicinato dei comuni arbëreshe dell’Italia meridionale. I miti di fondazione sono stati utilizzati come fonte di ispirazione letteraria per scrittoti come Ismail Kadarè e Ivo Andric, a riprova del loro prolungamento nella contemporaneità, come dimostra il fenomeno della dordolec nell’Albania post 1991. L’analisi della struttura del vicinato è inserita nel contesto urbano globale, caratterizzato da due metà complementari in cui si dividono tutti i paesi collinari italo-albanesi e dai rioni. La gjitonia è quindi parte di una trama costituita da vie, slarghi, incroci e abitazioni, in cui la separazione tra pubblico e privato è assente. Nel saggio viene affrontata la questione controversa circa la esogamia della struttura di vicinato e le tracce di questa regola matrimoniale permangono nella memoria odierna; la funzione della stessa nei riti funerari e nella festa dei morti denominata psycosabbaton; nonché nei riti della settimana santa, in particolare in quello denominato “rubare l’acqua”. Considerata la centralità della gjitonia nella struttura urbanistica tradizionale, ma anche nella interpretazione delle relazioni sociali locali, risulta incomprensibile la disattenzione delle autorità regionali e nazionali per un bene culturale nei confronti del quale non è stata adottata ancuna politica di salvaguardia e valorizzazione.
Muri, case, spazi. La struttura materiale della gjitonia arbereshe
BOLOGNARI, Mario
2009-01-01
Abstract
Prendendo avvio dai miti di fondazione degli edifici nell’area balcanica, il saggio ricostruisce la dimensione materiale della gjitonia, la struttura del vicinato dei comuni arbëreshe dell’Italia meridionale. I miti di fondazione sono stati utilizzati come fonte di ispirazione letteraria per scrittoti come Ismail Kadarè e Ivo Andric, a riprova del loro prolungamento nella contemporaneità, come dimostra il fenomeno della dordolec nell’Albania post 1991. L’analisi della struttura del vicinato è inserita nel contesto urbano globale, caratterizzato da due metà complementari in cui si dividono tutti i paesi collinari italo-albanesi e dai rioni. La gjitonia è quindi parte di una trama costituita da vie, slarghi, incroci e abitazioni, in cui la separazione tra pubblico e privato è assente. Nel saggio viene affrontata la questione controversa circa la esogamia della struttura di vicinato e le tracce di questa regola matrimoniale permangono nella memoria odierna; la funzione della stessa nei riti funerari e nella festa dei morti denominata psycosabbaton; nonché nei riti della settimana santa, in particolare in quello denominato “rubare l’acqua”. Considerata la centralità della gjitonia nella struttura urbanistica tradizionale, ma anche nella interpretazione delle relazioni sociali locali, risulta incomprensibile la disattenzione delle autorità regionali e nazionali per un bene culturale nei confronti del quale non è stata adottata ancuna politica di salvaguardia e valorizzazione.Pubblicazioni consigliate
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