Die popularen “Wurzeln” europaischer… In anni di faticosa fondazione di un’entità politica unitaria, gli Europei si sono accorti che una moneta comune e un’economia integrata non bastavano da sole a legittimare la loro aggregazione. In un quadro di ideologica e strumentale rivendicazione e negazione dell’appartenenza europea, un ruolo tanto centrale quanto trascurato, sia dagli storici che dagli antropologi, hanno visto gli studi intorno alle tradizioni popolari. I folkloristi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento hanno spesso lavorato a creare una diversità dell’area specifica da loro studiata, hanno lavorato nel senso di una frammentazione necessaria all’affermazione dell’identità e delle egemonie locali. Il folklore è stato dunque un elemento enfatizzante della diversità, un puntello alla costruzione della peculiare singolarità di ciascun gruppo umano rispetto all’altro. E’ possibile ipotizzare invece un continente europeo sostanzialmente unitario nelle sue forme folkloristiche, fermo restando le ovvie differenze legate agli habitat e alle diverse vicende storico-sociali. Nel periodo di circa un secolo preso in considerazione, le supposte differenze tra Nord e Sud, e tra Est e Ovest, che hanno alimentato la costante conflittualità degli Stati europei per la supremazia continentale e planetaria, sono in gran parte fittizie. Se si procede a una attenta decostruzione delle pratiche di creazione del folklore, quali il carnevale o l’ideologia funebre, si può ipotizzare che , come l’alta cultura europea, con la sua filosofia, la sua musica, la sua letteratura e le sue arti figurative, il suo cinema e la sua fotografia, il suo sapere scientifico, è stata assai continua, anche il livello popolare ha manifestato una sua notevole unitarietà: si celebrava il carnevale, si seppellivano e si onoravano i morti, si cerimonializzava l’avvento della primavera in tutta Europa in modo simile. Naturalmente ciò non vuol dire che non esistessero differenze. Ogni aspetto della cultura popolare cui si dedichi attenzione antropologica è dentro a tali tematiche ed una sua rivisitazione non può prescindere da quadri globali unificanti e disgiuntivi.
Die popularen “Wurzeln” europäischer Kultur der Gegenwart. Zum Uberdenken der “cultura popolare” und ihrer Erforschung
FAETA, Francesco
2010-01-01
Abstract
Die popularen “Wurzeln” europaischer… In anni di faticosa fondazione di un’entità politica unitaria, gli Europei si sono accorti che una moneta comune e un’economia integrata non bastavano da sole a legittimare la loro aggregazione. In un quadro di ideologica e strumentale rivendicazione e negazione dell’appartenenza europea, un ruolo tanto centrale quanto trascurato, sia dagli storici che dagli antropologi, hanno visto gli studi intorno alle tradizioni popolari. I folkloristi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento hanno spesso lavorato a creare una diversità dell’area specifica da loro studiata, hanno lavorato nel senso di una frammentazione necessaria all’affermazione dell’identità e delle egemonie locali. Il folklore è stato dunque un elemento enfatizzante della diversità, un puntello alla costruzione della peculiare singolarità di ciascun gruppo umano rispetto all’altro. E’ possibile ipotizzare invece un continente europeo sostanzialmente unitario nelle sue forme folkloristiche, fermo restando le ovvie differenze legate agli habitat e alle diverse vicende storico-sociali. Nel periodo di circa un secolo preso in considerazione, le supposte differenze tra Nord e Sud, e tra Est e Ovest, che hanno alimentato la costante conflittualità degli Stati europei per la supremazia continentale e planetaria, sono in gran parte fittizie. Se si procede a una attenta decostruzione delle pratiche di creazione del folklore, quali il carnevale o l’ideologia funebre, si può ipotizzare che , come l’alta cultura europea, con la sua filosofia, la sua musica, la sua letteratura e le sue arti figurative, il suo cinema e la sua fotografia, il suo sapere scientifico, è stata assai continua, anche il livello popolare ha manifestato una sua notevole unitarietà: si celebrava il carnevale, si seppellivano e si onoravano i morti, si cerimonializzava l’avvento della primavera in tutta Europa in modo simile. Naturalmente ciò non vuol dire che non esistessero differenze. Ogni aspetto della cultura popolare cui si dedichi attenzione antropologica è dentro a tali tematiche ed una sua rivisitazione non può prescindere da quadri globali unificanti e disgiuntivi.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.