Il momento funzionale della potesta` come strumento posto a salvaguardia di un interesse altrui induce a differenziare i profili interni da quelli esterni. Sul piano interno la potesta` si sostanzia nella individuazione dei criteri di gestione degli interessi del minore, nei rapporti esterni viene in rilievo il potere-dovere di sostituire il figlio nelle relazioni giuridiche con i terzi e di amministrare il suo patrimonio. In questa logica l’Autore propone di rivisitare i contenuti della potestà con riferimento all’amministrazione dei beni e la funzione di rappresentanza attribuita ai genitori. La funzione sostitutiva dell’adulto e` altreì corredata da incisivi strumenti di controllo, non di rado, azionabili direttamente dalla prole. Il minore non puo` sempre restare estraneo alle decisioni assunte dall’adulto, dovendo i rapporti familiari essere improntati al dialogo costante, atto a valorizzare la sua partecipazione volitiva. In ragione poi del graduale raggiungimento della capacita` di discernimento, il minore puo` validamente compiere da solo atti giuridici esplicativi della sua personalità, sicche´ in queste ipotesi, l’attivita` posta in essere dal genitore in sua sostituzione dovrebbe ritenersi inefficace perche´ proveniente da un rappresentante senza poteri. In via ricostruttiva si intende fornire un contributo per una adeguata rivisitazione del tradizionale binomio potestà – incapacità di agire, per individuare più ampi spazi di autodeterminazione del minore.
Titolo: | Art.320 c.c. - Rappresentanza e amministrazione |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2010 |
Abstract: | Il momento funzionale della potesta` come strumento posto a salvaguardia di un interesse altrui induce a differenziare i profili interni da quelli esterni. Sul piano interno la potesta` si sostanzia nella individuazione dei criteri di gestione degli interessi del minore, nei rapporti esterni viene in rilievo il potere-dovere di sostituire il figlio nelle relazioni giuridiche con i terzi e di amministrare il suo patrimonio. In questa logica l’Autore propone di rivisitare i contenuti della potestà con riferimento all’amministrazione dei beni e la funzione di rappresentanza attribuita ai genitori. La funzione sostitutiva dell’adulto e` altreì corredata da incisivi strumenti di controllo, non di rado, azionabili direttamente dalla prole. Il minore non puo` sempre restare estraneo alle decisioni assunte dall’adulto, dovendo i rapporti familiari essere improntati al dialogo costante, atto a valorizzare la sua partecipazione volitiva. In ragione poi del graduale raggiungimento della capacita` di discernimento, il minore puo` validamente compiere da solo atti giuridici esplicativi della sua personalità, sicche´ in queste ipotesi, l’attivita` posta in essere dal genitore in sua sostituzione dovrebbe ritenersi inefficace perche´ proveniente da un rappresentante senza poteri. In via ricostruttiva si intende fornire un contributo per una adeguata rivisitazione del tradizionale binomio potestà – incapacità di agire, per individuare più ampi spazi di autodeterminazione del minore. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11570/1905348 |
ISBN: | 9788859804833 |
Appare nelle tipologie: | 14.b.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |