I procedimenti in tema di potestà forniscono spunti significativi per una più articolata riflessione in ordine alla tutela processuale del minore ed alla sua capacità giudiziale. Pur se la norma non preveda espressamente la legittimazione ad agire del minore, appare utile una interpretazione evolutiva e sistematica dell'art. 336 c.c. in collegamento con gli artt. 316 e 321 c.c. , che riconoscono al figlio la possibilità di agire in giudizio per ottenere un provvedimento nel suo interesse. In termini più specifici, in virtù della normativa internazionale, che riveste efficacia integrativa delle disposizioni del codice e della previsione dell’ultimo comma dell’art. 336 c.c., che riconosce al minore la qualita` di ‘‘parte’’ nei procedimenti in esame, non sembra potersi negare al fanciullo la possibilita` di agire in giudizio per ottenere un provvedimento a tutela dei suoi interessi a seguito di condotte lesive dei genitori. Il riconoscimento della legittimazione ad agire ed il diritto di partecipare ai giudizi in tema di potestà offre al minore la possibilita` di far valere le sue ragioni e se capace di discernimento di operare scelte autonome con l’intervento del giudice specializzato e dei servizi sociali, quali luoghi specifici cui accedono le problematiche dei fanciulli e le loro esigenze trovano risposte specifiche rivolte a surrogare o reimpostare l’operato svolto nell’ambito della famiglia. Tuttavia uno degli aspetti meno soddisfacenti della giustizia minorile emerge dalla frammentazione delle competenze. La competenza spetta, a seconda del petitum, al tribunale dei minorenni, al Giudice tutelare o al tribunale ordinario, secondo ripartizioni, a volte articolate e complesse. Il quadro così delineato rende l’idea di un sistema che, invece di affidare la competenza ad un organo omogeneo per tutte le controversie in tema di minori e famiglia, finisce con l’alimentare contrasti e disomogeneita` di soluzioni, certamente non produttivi per un’efficace realizzazione degli interessi dei minori.

Art. 336 c.c. - Procedimento.

LA ROSA, Elena
2010-01-01

Abstract

I procedimenti in tema di potestà forniscono spunti significativi per una più articolata riflessione in ordine alla tutela processuale del minore ed alla sua capacità giudiziale. Pur se la norma non preveda espressamente la legittimazione ad agire del minore, appare utile una interpretazione evolutiva e sistematica dell'art. 336 c.c. in collegamento con gli artt. 316 e 321 c.c. , che riconoscono al figlio la possibilità di agire in giudizio per ottenere un provvedimento nel suo interesse. In termini più specifici, in virtù della normativa internazionale, che riveste efficacia integrativa delle disposizioni del codice e della previsione dell’ultimo comma dell’art. 336 c.c., che riconosce al minore la qualita` di ‘‘parte’’ nei procedimenti in esame, non sembra potersi negare al fanciullo la possibilita` di agire in giudizio per ottenere un provvedimento a tutela dei suoi interessi a seguito di condotte lesive dei genitori. Il riconoscimento della legittimazione ad agire ed il diritto di partecipare ai giudizi in tema di potestà offre al minore la possibilita` di far valere le sue ragioni e se capace di discernimento di operare scelte autonome con l’intervento del giudice specializzato e dei servizi sociali, quali luoghi specifici cui accedono le problematiche dei fanciulli e le loro esigenze trovano risposte specifiche rivolte a surrogare o reimpostare l’operato svolto nell’ambito della famiglia. Tuttavia uno degli aspetti meno soddisfacenti della giustizia minorile emerge dalla frammentazione delle competenze. La competenza spetta, a seconda del petitum, al tribunale dei minorenni, al Giudice tutelare o al tribunale ordinario, secondo ripartizioni, a volte articolate e complesse. Il quadro così delineato rende l’idea di un sistema che, invece di affidare la competenza ad un organo omogeneo per tutte le controversie in tema di minori e famiglia, finisce con l’alimentare contrasti e disomogeneita` di soluzioni, certamente non produttivi per un’efficace realizzazione degli interessi dei minori.
2010
9788859804833
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