La rivoluzione operata nella glottodidattica durante gli anni ’90 ha inciso profondamente e decisivamente sull’insegnamento delle lingue straniere, modificando il rigido sistema basato sulla grammatica quale unico approccio metodologico. In tal senso, si è rivelato particolarmente significativo l’apporto fornito da Lewis (1993, 1997, 2000) grazie alla sua innovativa teoria sul lexical approach in cui si attribuisce all’insegnamento del lessico un ruolo fondamentale, direi quasi esclusivo, a detrimento degli argomenti grammaticali. In tal senso, si è rivelato particolarmente significativo l’apporto fornito da Lewis (1993, 1997, 2000) grazie alla sua innovativa teoria sul lexical approach in cui si attribuisce all’insegnamento del lessico un ruolo fondamentale, direi quasi esclusivo, a detrimento degli argomenti grammaticali. Le funzioni del pedagocical chunking, vale a dire l’identificazione di unità lessicali superiori alla singola parola, il cui studio ed approfondimento da parte dei discenti conduce a migliorare la fluidità di esposizione, la precisione ed il recupero di questi “pezzi” di lingua prefabbricata. Per padroneggiare un idioma, lo sviluppo della competenza lessico-semantica deve quindi puntare sulla familiarità con le unità fraseologiche, talmente importanti quanto la correttezza formale ed una buona pronuncia. Imparare le polirematiche significa dunque acquisire espressioni tipiche di una lingua che permettono all’emittente di interloquire socialmente, in modo efficace, in diverse situazioni comunicative, da quelle più personali a quelle più tecniche.L’individuazione di tali sequenze lessicali rimarca l’importanza dell’organizzazione sintagmatica dei vocaboli, del co-testo e del contesto in cui si combinano, della frequenza di apparizione in ogni tipo di testo, sia esso orale o scritto. In tal senso, un apporto fondamentale è stato fornito dallo sviluppo degli studi sui corpora linguistici che hanno permesso un’analisi empirica di grande rilievo attraverso la quale è stato possibile caratterizzare e catalogare le pur complesse e molteplici tipologie delle unità fraseologiche. Data l’enorme varietà degli elementi oggetto di studio, uno dei principi regolatori che ha messo d’accordo i linguisti è stato quello di procedere per gradi e distinguere le unità più semplici da quelle più complesse: si parte dunque dalle unità lessicali composte da almeno due parole, le cosiddette collocazioni, passando successivamente ai diversi tipi di locuzioni, per finire con gli enunciati completi rappresentati principalmente dai proverbi. Tra gli studi classificatori effettuati, il più chiaro ed omogeneo sembra quello proposto da G. Corpas Pastor (1997), peraltro applicabile alla lingua inglese, alla lingua tedesca, a quelle romanze e anche alle slave. Vengono individuate tre sfere specifiche -collocazioni, locuzioni ed enunciati fraseologici- basandosi essenzialmente sulla distinzione tra atti linguistici completi ed autonomi ed atti linguistici incompleti e dipendenti. A loro volta, ogni sfera si suddivide in diversi tipi di unità fraseologiche in virtù di una serie di criteri aggiuntivi: categoria grammaticale, funzione sintattica, tipologia di enunciato, indipendenza testuale, ecc. (Corpas Pastor 1997: 269).
L'importanza delle unità polirematiche nel perfezionamento della competenza semantico-lessicale: breve studio comparativo tra lo spagnolo e l'italiano
BRANDIMONTE, Giovanni
2010-01-01
Abstract
La rivoluzione operata nella glottodidattica durante gli anni ’90 ha inciso profondamente e decisivamente sull’insegnamento delle lingue straniere, modificando il rigido sistema basato sulla grammatica quale unico approccio metodologico. In tal senso, si è rivelato particolarmente significativo l’apporto fornito da Lewis (1993, 1997, 2000) grazie alla sua innovativa teoria sul lexical approach in cui si attribuisce all’insegnamento del lessico un ruolo fondamentale, direi quasi esclusivo, a detrimento degli argomenti grammaticali. In tal senso, si è rivelato particolarmente significativo l’apporto fornito da Lewis (1993, 1997, 2000) grazie alla sua innovativa teoria sul lexical approach in cui si attribuisce all’insegnamento del lessico un ruolo fondamentale, direi quasi esclusivo, a detrimento degli argomenti grammaticali. Le funzioni del pedagocical chunking, vale a dire l’identificazione di unità lessicali superiori alla singola parola, il cui studio ed approfondimento da parte dei discenti conduce a migliorare la fluidità di esposizione, la precisione ed il recupero di questi “pezzi” di lingua prefabbricata. Per padroneggiare un idioma, lo sviluppo della competenza lessico-semantica deve quindi puntare sulla familiarità con le unità fraseologiche, talmente importanti quanto la correttezza formale ed una buona pronuncia. Imparare le polirematiche significa dunque acquisire espressioni tipiche di una lingua che permettono all’emittente di interloquire socialmente, in modo efficace, in diverse situazioni comunicative, da quelle più personali a quelle più tecniche.L’individuazione di tali sequenze lessicali rimarca l’importanza dell’organizzazione sintagmatica dei vocaboli, del co-testo e del contesto in cui si combinano, della frequenza di apparizione in ogni tipo di testo, sia esso orale o scritto. In tal senso, un apporto fondamentale è stato fornito dallo sviluppo degli studi sui corpora linguistici che hanno permesso un’analisi empirica di grande rilievo attraverso la quale è stato possibile caratterizzare e catalogare le pur complesse e molteplici tipologie delle unità fraseologiche. Data l’enorme varietà degli elementi oggetto di studio, uno dei principi regolatori che ha messo d’accordo i linguisti è stato quello di procedere per gradi e distinguere le unità più semplici da quelle più complesse: si parte dunque dalle unità lessicali composte da almeno due parole, le cosiddette collocazioni, passando successivamente ai diversi tipi di locuzioni, per finire con gli enunciati completi rappresentati principalmente dai proverbi. Tra gli studi classificatori effettuati, il più chiaro ed omogeneo sembra quello proposto da G. Corpas Pastor (1997), peraltro applicabile alla lingua inglese, alla lingua tedesca, a quelle romanze e anche alle slave. Vengono individuate tre sfere specifiche -collocazioni, locuzioni ed enunciati fraseologici- basandosi essenzialmente sulla distinzione tra atti linguistici completi ed autonomi ed atti linguistici incompleti e dipendenti. A loro volta, ogni sfera si suddivide in diversi tipi di unità fraseologiche in virtù di una serie di criteri aggiuntivi: categoria grammaticale, funzione sintattica, tipologia di enunciato, indipendenza testuale, ecc. (Corpas Pastor 1997: 269).Pubblicazioni consigliate
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