L’universitas di Caltagirone fin dal medioevo comprese l’importanza degli studi giuridici per lo sviluppo sociale, economico e istituzionale della città siciliana. Infatti vengono documentati numerosi giovani calatini tra gli studenti delle più prestigiose università del Trecento e del Quattrocento, come Padova, Ferrara, etc., che, tornati in patria, rivestirono le principali magistrature e spesso compirono un brillante cursus honorum, come, ad es. avvenne per Adamo Asmundo. Venne anche instaurato a tal fine un sistema di attribuzione di borse di studio, in maniera da permettere l’accesso ai principali atenei italiani anche a studenti non appartenenti a famiglie ricche. Tale sistema continuò anche dopo l’istituzione dello Studium di Catania, e culminò nella creazione di uno Studium a Caltagirone nel 1622, gestito dal senato cittadino e dai padri della Compagnia di Gesù, con una struttura simile a quella dell’università di Messina. Tale centro divenne un punto di riferimento per numerosi studenti che seguivano i corsi a Caltagirone. I giovani dovevano poi sostenere il solo esame di laurea presso uno Studium generale, come Catania o Messina: sono infatti documentati numerosi privilegi di laurea presso gli archivi di tali università. La cacciata dei gesuiti dal regno di Sicilia nel 1767 provocò la chiusura dello studio calatino e il trasferimento della sua ricca biblioteca a Catania. Dopo alcuni anni dalle ceneri dello studio sorse un’importante Accademia che offriva studi superiori, anche di diritto, ai giovani della città. L’Accademia venne definitivamente soppressa con l’Unità d’Italia, e trasformata in un Liceo classico. Tuttavia la ‘vocazione’ universitaria calatina sopravvisse nei grandi giuristi e politici espressi dalla comunità, come Arcoleo, Sturzo, Caristia.

La tradizione universitaria di Caltagirone

PACE GRAVINA, Giacomo
2004-01-01

Abstract

L’universitas di Caltagirone fin dal medioevo comprese l’importanza degli studi giuridici per lo sviluppo sociale, economico e istituzionale della città siciliana. Infatti vengono documentati numerosi giovani calatini tra gli studenti delle più prestigiose università del Trecento e del Quattrocento, come Padova, Ferrara, etc., che, tornati in patria, rivestirono le principali magistrature e spesso compirono un brillante cursus honorum, come, ad es. avvenne per Adamo Asmundo. Venne anche instaurato a tal fine un sistema di attribuzione di borse di studio, in maniera da permettere l’accesso ai principali atenei italiani anche a studenti non appartenenti a famiglie ricche. Tale sistema continuò anche dopo l’istituzione dello Studium di Catania, e culminò nella creazione di uno Studium a Caltagirone nel 1622, gestito dal senato cittadino e dai padri della Compagnia di Gesù, con una struttura simile a quella dell’università di Messina. Tale centro divenne un punto di riferimento per numerosi studenti che seguivano i corsi a Caltagirone. I giovani dovevano poi sostenere il solo esame di laurea presso uno Studium generale, come Catania o Messina: sono infatti documentati numerosi privilegi di laurea presso gli archivi di tali università. La cacciata dei gesuiti dal regno di Sicilia nel 1767 provocò la chiusura dello studio calatino e il trasferimento della sua ricca biblioteca a Catania. Dopo alcuni anni dalle ceneri dello studio sorse un’importante Accademia che offriva studi superiori, anche di diritto, ai giovani della città. L’Accademia venne definitivamente soppressa con l’Unità d’Italia, e trasformata in un Liceo classico. Tuttavia la ‘vocazione’ universitaria calatina sopravvisse nei grandi giuristi e politici espressi dalla comunità, come Arcoleo, Sturzo, Caristia.
2004
9788889539002
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