Le nostre riflessioni sull’opera profetica del domenicano Annio da Viterbo, e sul rapporto tra questa e la sua più celebre attività di antiquario e falsario, non possono che prendere spunto dal saggio di Cesare Vasoli su Profezia e astrologia in uno scritto di Annio da Viterbo , pubblicato per la prima volta ormai più di venticinque anni orsono. Ricordiamo brevemente che in quelle pagine il Vasoli portava avanti una accurata analisi testuale dell’anniana Glosa super Apochalypsim, meglio nota e soprattutto più significativamente intitolata anche De futuris christianorum triumphis in saracenos , un breve testo profetico pubblicato nel 1480, in concomitanza con i fatti d’Otranto. Qual è, in breve, il contenuto della profezia di Annio? Il viterbese apre il trattatello con un’affermazione sul carattere simbolico dell’Apocalisse di Giovanni, che rivela a quanti la sappiano decifrare la verità circa il passato, il presente e il futuro della Cristianità. In particolari, i capitoli dal I al XV contengono le profezie dal tempo di Giovanni sino alla caduta di Costantinopoli: fra i vari stati - o età - della Chiesa, nel secondo si sarebbe avuto l’avvento della “bestia immonda”, dell’Anticristo nella persona di Maometto. Con questa affermazione Annio si poneva consapevolmente in contrasto con i più celebri commentatori della visione di Giovanni e in particolare con lo stesso Vincenzo Ferrer, le profezie del quale avevano avuto grande diffusione nell’Ordine domenicano; fra l’altro, nel Mirabile opusculum de fine mundi, il Ferrer diceva esplicitamente che Francesco e Domenico erano venuti sulla terra prima dell’avvento dell’Anticristo . Annio compara alcuni passi dell’Apocalisse - in particolare nel XIII capitolo - con quanto egli sapeva dello “pseudo propheta” Maometto e della sua “setta” - sono ovviamente espressioni del viterbese -, per averlo tratto dalla polemistica precedente (Ricoldo da Monte Croce è espressamente citato ) che denunciava i costumi dei musulmani; notizie che Annio conferma sulla base di conoscenze dirette, delle quali offre anche un breve resoconto .

Giovanni Annio da Viterbo, profeta e antiquario

MONTESANO, Marina
2003-01-01

Abstract

Le nostre riflessioni sull’opera profetica del domenicano Annio da Viterbo, e sul rapporto tra questa e la sua più celebre attività di antiquario e falsario, non possono che prendere spunto dal saggio di Cesare Vasoli su Profezia e astrologia in uno scritto di Annio da Viterbo , pubblicato per la prima volta ormai più di venticinque anni orsono. Ricordiamo brevemente che in quelle pagine il Vasoli portava avanti una accurata analisi testuale dell’anniana Glosa super Apochalypsim, meglio nota e soprattutto più significativamente intitolata anche De futuris christianorum triumphis in saracenos , un breve testo profetico pubblicato nel 1480, in concomitanza con i fatti d’Otranto. Qual è, in breve, il contenuto della profezia di Annio? Il viterbese apre il trattatello con un’affermazione sul carattere simbolico dell’Apocalisse di Giovanni, che rivela a quanti la sappiano decifrare la verità circa il passato, il presente e il futuro della Cristianità. In particolari, i capitoli dal I al XV contengono le profezie dal tempo di Giovanni sino alla caduta di Costantinopoli: fra i vari stati - o età - della Chiesa, nel secondo si sarebbe avuto l’avvento della “bestia immonda”, dell’Anticristo nella persona di Maometto. Con questa affermazione Annio si poneva consapevolmente in contrasto con i più celebri commentatori della visione di Giovanni e in particolare con lo stesso Vincenzo Ferrer, le profezie del quale avevano avuto grande diffusione nell’Ordine domenicano; fra l’altro, nel Mirabile opusculum de fine mundi, il Ferrer diceva esplicitamente che Francesco e Domenico erano venuti sulla terra prima dell’avvento dell’Anticristo . Annio compara alcuni passi dell’Apocalisse - in particolare nel XIII capitolo - con quanto egli sapeva dello “pseudo propheta” Maometto e della sua “setta” - sono ovviamente espressioni del viterbese -, per averlo tratto dalla polemistica precedente (Ricoldo da Monte Croce è espressamente citato ) che denunciava i costumi dei musulmani; notizie che Annio conferma sulla base di conoscenze dirette, delle quali offre anche un breve resoconto .
2003
8876671560
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2132258
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact