Per l'Europa, la Cina è stata a lungo un miraggio non solo commerciale, ma anche religioso. La fondazione e l'espansione degli Ordini domenicano e francescano, oltre a ridisegnare l'idea di evangelizzazione interna alla Cristianità, apriva una nuova fase nel missionarismo cristiano in terre extraeuropee. Tale fenomeno veniva a coincidere cronologicamente con l'instaurazione in Asia del dominio dei mongoli, che negli anni Settanta del XIII secolo avevano dato via alla dinastia Yuan, destinata a governare la Cina sino al 1368 . Quando, nel 1241, gli eserciti di Batu Khan, nipote di Genghiz Khan, avevano travolto Ungheria e Polonia, dando l'impressione di poter dilagare nel resto d'Europa, si erano diffuse voci a proposito di un loro interesse a puntare verso Colonia, dove avrebbero voluto impadronirsi delle reliquie dei magi . La leggenda d'un legame tra i tartari e i primi adoratori pagani del Cristo si fondava su alcuni apocrifi, ma soprattutto su notizie secondo le quali fra questo popolo vi fossero dei cristiani . Comunità cristiano-nestoriane erano in effetti presenti nel mondo nomade uralo-altaico fin dai primi secoli di sviluppo della nuova religione; e i dignitari della Chiesa nestoriana avevano forse un qualche ascendente presso i Khan . In realtà i capi mongoli, pur aderendo in genere alle credenze sciamaniche tribali, non ostentavano generalmente alcun pregiudizio religioso. O almeno è quel che appariva agli osservatori occidentali, abituati a servirsi delle proprie categorie culturali per giudicare quelle altrui. Ai Khan mongoli interessava piuttosto l'appropriazione o l'utilizzazione del potere "magico" trasmesso dalle diverse tradizioni religiose attraverso i loro rappresentanti: i sacerdoti, secondo la tradizione mongola, erano dotati di un potere magico-sacrale a prescindere dalla religione cui appartenevano. Le notizie circa il filocristianesimo dei mongoli erano state inoltre alimentate dalla leggenda del Prete Gianni, diffusasi a partire dalla metà del XII secolo .

L'Europa e la Cina. Missionarismo, cristianizzazione, acculturazione.

MONTESANO, Marina
2010-01-01

Abstract

Per l'Europa, la Cina è stata a lungo un miraggio non solo commerciale, ma anche religioso. La fondazione e l'espansione degli Ordini domenicano e francescano, oltre a ridisegnare l'idea di evangelizzazione interna alla Cristianità, apriva una nuova fase nel missionarismo cristiano in terre extraeuropee. Tale fenomeno veniva a coincidere cronologicamente con l'instaurazione in Asia del dominio dei mongoli, che negli anni Settanta del XIII secolo avevano dato via alla dinastia Yuan, destinata a governare la Cina sino al 1368 . Quando, nel 1241, gli eserciti di Batu Khan, nipote di Genghiz Khan, avevano travolto Ungheria e Polonia, dando l'impressione di poter dilagare nel resto d'Europa, si erano diffuse voci a proposito di un loro interesse a puntare verso Colonia, dove avrebbero voluto impadronirsi delle reliquie dei magi . La leggenda d'un legame tra i tartari e i primi adoratori pagani del Cristo si fondava su alcuni apocrifi, ma soprattutto su notizie secondo le quali fra questo popolo vi fossero dei cristiani . Comunità cristiano-nestoriane erano in effetti presenti nel mondo nomade uralo-altaico fin dai primi secoli di sviluppo della nuova religione; e i dignitari della Chiesa nestoriana avevano forse un qualche ascendente presso i Khan . In realtà i capi mongoli, pur aderendo in genere alle credenze sciamaniche tribali, non ostentavano generalmente alcun pregiudizio religioso. O almeno è quel che appariva agli osservatori occidentali, abituati a servirsi delle proprie categorie culturali per giudicare quelle altrui. Ai Khan mongoli interessava piuttosto l'appropriazione o l'utilizzazione del potere "magico" trasmesso dalle diverse tradizioni religiose attraverso i loro rappresentanti: i sacerdoti, secondo la tradizione mongola, erano dotati di un potere magico-sacrale a prescindere dalla religione cui appartenevano. Le notizie circa il filocristianesimo dei mongoli erano state inoltre alimentate dalla leggenda del Prete Gianni, diffusasi a partire dalla metà del XII secolo .
2010
9788884503756
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