L’estrazione di acqua pubblica non costituisce un comportamento di per sé neutro, indifferente all’ordinamento giuridico, tanto è vero che chi fruisce della stessa è tenuto a pagare un canone annuo. Più precisamente, l’art. 171 del d. legisl. n. 152/2006 ha aggiornato gli importi dovuti a titolo di canone, mutuando i commi 1° e 2° dell’art. 18 l. n. 36/94, con la relativa conversione delle somme in euro, ed eliminando i restanti commi da 3 a 7. La disposizione in commento indica, inoltre, i canoni da applicare retroattivamente, a decorrere dal 1-1-2002, per le grandi derivazioni in corso di sanatoria ricadenti nella Regione Sicilia, in attesa del trasferimento a quest’ultima del demanio idrico. Il canone varia in ragione dell’uso cui è finalizzata la concessione stessa, nonché della quantità di acqua prelevata; gli obiettivi che si è posto il legislatore, infatti, sono sia quello di ottimizzare i servizi di adduzione e distribuzione delle acque sia di razionalizzare le singole metodologie di utilizzo, incrementando il rinnovo delle risorse.

Commento all'art. 171 d. legisl. 3 aprile 2006, n. 152, in Commentario breve al codice dell'ambiente a cura di Costato e Pellizzer

TOMMASINI, Alessandra
2012-01-01

Abstract

L’estrazione di acqua pubblica non costituisce un comportamento di per sé neutro, indifferente all’ordinamento giuridico, tanto è vero che chi fruisce della stessa è tenuto a pagare un canone annuo. Più precisamente, l’art. 171 del d. legisl. n. 152/2006 ha aggiornato gli importi dovuti a titolo di canone, mutuando i commi 1° e 2° dell’art. 18 l. n. 36/94, con la relativa conversione delle somme in euro, ed eliminando i restanti commi da 3 a 7. La disposizione in commento indica, inoltre, i canoni da applicare retroattivamente, a decorrere dal 1-1-2002, per le grandi derivazioni in corso di sanatoria ricadenti nella Regione Sicilia, in attesa del trasferimento a quest’ultima del demanio idrico. Il canone varia in ragione dell’uso cui è finalizzata la concessione stessa, nonché della quantità di acqua prelevata; gli obiettivi che si è posto il legislatore, infatti, sono sia quello di ottimizzare i servizi di adduzione e distribuzione delle acque sia di razionalizzare le singole metodologie di utilizzo, incrementando il rinnovo delle risorse.
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