Vincoli cognitivi e spirali semplificative: il loop biologico della rappresentazione specie-specifica

La costante semplificazione che operiamo nella descrizione del mondo e di noi stessi che Hofstadter mette alla base della possibilità di percepire un Io e di possedere una coscienza non proviene da una scelta operata dal singolo individuo, né da una coercizione derivante dall’esigenza di occuparsi di questioni più rilevanti per la sopravvivenza, ma deriva dai vincoli biologici fissati dalle strutture del nostro organismo. È, infatti, plausibile sostenere che il livello di spiegazione della fisica è comunque il livello pertinente: alla fine dei conti, ogni essere vivente, ma anche ogni elemento presente nel mondo è costituito da atomi e particelle legate tra loro in forme e forze differenti. Una spiegazione che renda conto di tali relazioni risulta, dunque, comunque pertinente. Il problema, però, è che si tratta di un tipo di spiegazione che spesso non riesce a descrivere in pieno le caratteristiche dell’oggetto che vogliamo descrivere, soprattutto se questo oggetto è un essere vivente che intrattiene relazioni con l’ambiente esterno in un circuito di retroazione comportamentale