I contributi raccolti nella prima parte (pp. 9-129) del vol. VIII/2011 dell’“Annuario dell’Istituto di Studi Italo-Romeno” costituiscono il frutto di un proficuo confronto, avvenuto nell’ambito di un seminario internazionale di studi organizzato a Messina all’inizio del 2011, tra situazioni nazionali specifiche e movimenti nazionalisti diversi in un medesimo contesto cronologico: il turbolento ventennio che precede, costituendone per certi versi un lungo e quasi ininterrotto prologo, lo scoppio della Prima guerra mondiale. Si intrecciano così, in un’atmosfera di inesorabile declino dell’Europa degli Stati multinazionali e di contrapposto impetuoso risveglio di tante medie e piccole nazionalità del Vecchio continente, le specifiche esperienze maturate dai popoli dell’Europa centro-orientale e balcanica. Le relazioni spaziano dai Paesi Cechi e dalla Slovacchia alla Romania, dall’Ungheria e dall’irrisolto problema delle sue varie minoranze etniche alla complessità e alle rivalità interne dei popoli balcanici, senza tralasciare di seguire lo sguardo interessato dell’Italia postrisorgimentale nei riguardi non solo dell’Africa mediterranea, ma anche dell’Adriatico e dell’Egeo.

"Prodromi di guerra. Nazionalità in fermento nell'Europa centro-orientale agli inizi del XX secolo". Atti del Seminario internazionale di studi (Messina, febbraio-marzo 2011)

FORNARO, Pasquale
2012-01-01

Abstract

I contributi raccolti nella prima parte (pp. 9-129) del vol. VIII/2011 dell’“Annuario dell’Istituto di Studi Italo-Romeno” costituiscono il frutto di un proficuo confronto, avvenuto nell’ambito di un seminario internazionale di studi organizzato a Messina all’inizio del 2011, tra situazioni nazionali specifiche e movimenti nazionalisti diversi in un medesimo contesto cronologico: il turbolento ventennio che precede, costituendone per certi versi un lungo e quasi ininterrotto prologo, lo scoppio della Prima guerra mondiale. Si intrecciano così, in un’atmosfera di inesorabile declino dell’Europa degli Stati multinazionali e di contrapposto impetuoso risveglio di tante medie e piccole nazionalità del Vecchio continente, le specifiche esperienze maturate dai popoli dell’Europa centro-orientale e balcanica. Le relazioni spaziano dai Paesi Cechi e dalla Slovacchia alla Romania, dall’Ungheria e dall’irrisolto problema delle sue varie minoranze etniche alla complessità e alle rivalità interne dei popoli balcanici, senza tralasciare di seguire lo sguardo interessato dell’Italia postrisorgimentale nei riguardi non solo dell’Africa mediterranea, ma anche dell’Adriatico e dell’Egeo.
2012
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