Fuori dal mar Nero verso Messina

Sul movimento commerciale e marittimo napoletano e siciliano si incentra il saggio di Giuseppe Restifo: un commercio soprattutto verso il Levante, iniziato con le capitolazioni turche del 1740 e animatosi grazie all’intreccio con gli interessi russi nel Mediterraneo. L’attenzione dei due Regni borbonici, infatti, era attratta dai flussi di grano che potevano provenire dal Mar Nero, ma anche dallo sviluppo che poteva avere l’esportazione di limoni. Erano flussi soggetti, in età napoleonica, alle intemperanze belliche e diplomatiche del tempo, per cui nell’ordito diplomatico del Mare Interno il porto di Messina si apriva o si chiudeva in direzione della Russia e del Mar Nero a seconda delle fasi, ma negli anni successivi la presenza di navi russe significava, per i porti del Mezzogiorno italiano, giocare una partita a respiro più ampio del passato, tentare di cogliere nuove opportunità commerciali e, al contempo, correre maggiori rischi, in particolare quelli connessi alla scambio microbico.