Nel complesso tessuto di citazioni, rimandi e appoggi costruito nelle "Betrachtungen eines Unpolitischen" per condurre la propria polemica culturale e politica, Mann enuclea un campo di opposizioni polari ruotante intorno alla coppia di Kultur e Zivilisation che proietta sulle figure di riferimento della propria formazione spirituale ed artistica, tra le quali cruciale è la funzione di Nietzsche. Le "Betrachtungen" sono infatti dominate sia quantitativamente sia qualitativamente dai riferimenti all’opera e alla figura del filosofo che rappresenta per il Mann di questi anni non solo l’ultimo erede della tradizione della Kultur ma il vero e proprio campo di battaglia su cui si affrontano le contraddizioni del moderno. Nella saggistica degli anni Venti Mann farà costante riferimento alla figura e al pensiero di Nietzsche, il cui significato storico-culturale riassumerà in modo sempre più deciso nel concetto di "Selbstüberwindung", nell’idea cioè di un superamento dall’interno dell’eredità romantica che si trasforma in una nuova idea di impegno, artistico, morale e quindi anche politico a favore della vita e delle forze in grado di promuoverne lo sviluppo. Le tormentate autoanalisi delle "Betrachtungen" e la svolta democratica del 1922 confluiscono nel grande tessuto narrativo dello "Zauberberg" al cui centro è proprio la scelta nietzscheana di affermare una nuova idea di vita che sarà ribadita, in costante riferimento a Nietzsche, nei saggi posteriori, in cui l’eredità del filosofo sarà prima usata e poi difesa, in polemiche sempre più esplicite e frontali, contro i tentativi di strumentalizzazione compiuti da parte di quella cultura reazionaria e fascista che sarebbe confluita nel nazismo. Dalla "Pariser Rechenschaft" del 1926 fino al fondamentale saggio su Freud del 1929, in cui Mann prende le mosse proprio dalla dialettica dell’illuminismo diagnosticata da Nietzsche, la saggistica del Mann degli anni Venti è segnata da un tentativo di imitatio politica di Nietzsche che entrerà in crisi solo con l’avvento del nazismo e l’esilio, eventi radicali che costringeranno Mann ad una riconsiderazione del significato storico-culturale di Nietzsche per la cultura tedesca che culminerà nella stesura del "Doktor Faustus" e nel saggio nietzscheano del 1947.

Nietzsche nach dem Unpolitischen. Zu Manns Nietzsche-Rezeption in der Essayistik der Jahre 1914–1933

MIGLINO, Gianluca
2014-01-01

Abstract

Nel complesso tessuto di citazioni, rimandi e appoggi costruito nelle "Betrachtungen eines Unpolitischen" per condurre la propria polemica culturale e politica, Mann enuclea un campo di opposizioni polari ruotante intorno alla coppia di Kultur e Zivilisation che proietta sulle figure di riferimento della propria formazione spirituale ed artistica, tra le quali cruciale è la funzione di Nietzsche. Le "Betrachtungen" sono infatti dominate sia quantitativamente sia qualitativamente dai riferimenti all’opera e alla figura del filosofo che rappresenta per il Mann di questi anni non solo l’ultimo erede della tradizione della Kultur ma il vero e proprio campo di battaglia su cui si affrontano le contraddizioni del moderno. Nella saggistica degli anni Venti Mann farà costante riferimento alla figura e al pensiero di Nietzsche, il cui significato storico-culturale riassumerà in modo sempre più deciso nel concetto di "Selbstüberwindung", nell’idea cioè di un superamento dall’interno dell’eredità romantica che si trasforma in una nuova idea di impegno, artistico, morale e quindi anche politico a favore della vita e delle forze in grado di promuoverne lo sviluppo. Le tormentate autoanalisi delle "Betrachtungen" e la svolta democratica del 1922 confluiscono nel grande tessuto narrativo dello "Zauberberg" al cui centro è proprio la scelta nietzscheana di affermare una nuova idea di vita che sarà ribadita, in costante riferimento a Nietzsche, nei saggi posteriori, in cui l’eredità del filosofo sarà prima usata e poi difesa, in polemiche sempre più esplicite e frontali, contro i tentativi di strumentalizzazione compiuti da parte di quella cultura reazionaria e fascista che sarebbe confluita nel nazismo. Dalla "Pariser Rechenschaft" del 1926 fino al fondamentale saggio su Freud del 1929, in cui Mann prende le mosse proprio dalla dialettica dell’illuminismo diagnosticata da Nietzsche, la saggistica del Mann degli anni Venti è segnata da un tentativo di imitatio politica di Nietzsche che entrerà in crisi solo con l’avvento del nazismo e l’esilio, eventi radicali che costringeranno Mann ad una riconsiderazione del significato storico-culturale di Nietzsche per la cultura tedesca che culminerà nella stesura del "Doktor Faustus" e nel saggio nietzscheano del 1947.
2014
9783465038573
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3005785
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact