Con una certa approssimazione la colonizzazione può essere definita come un pensiero esogeno imposto in un determinato territorio. Tale azione si riverbera, su molteplici livelli, nei cor-pi e nei comportamenti di chi quei territori li abita. Quasi sem-pre, tale impronta permane anche quando quell’azione ha esaurito la sua spinta originaria. Le resistenze, o i nuovi pensieri, che si producono in tale contesto, si aprono alle categorie di postcoloniale e decolonizzazione. Se però destoricizziamo il concetto “colonizzazione” ci troviamo davanti ad un meccanismo politico che può riguardare molteplici ambiti. Imporre un modello urbanistico in un quartiere o imporre un protocollo di cura aderente a un modello ideale (di normalità) all’interno di un’istituzione totale sono alcuni dei possibili esempi. Il capitolo che segue propone la metamorfosi avvenuta nell’ex ospedale psichiatrico Lorenzo Mandalari (ME) come strategia di reazione rispetto a un sapere\potere medico, burocratico e di stampo universalistico. Di tale processo vengono indagate le implicazioni sociali e territoriali e viene analizzato il ruolo esercitato dall’arte (outsider) come medium endogeno di trasformazione del reale. Quei corpi prima reclusi e normalizzati diventano rapidamente le risorse e i protagonisti del cambio di paradigma. Da istituzione totale il Mandalari si trasforma in risorsa territoriale in grado di modificare il rapporto stesso tra centro cittadino e quartiere. Le opere del (ex) paziente Gaetano Chiarenza assumuno in questo contesto un ruolo decisivo, ancora tutto da esplorare.
Relazioni territoriali: un quartiere, un manicomio, un quadro, una città. L’arte (outsider) come medium di relazione
ZAMPIERI, PIER PAOLO
2014-01-01
Abstract
Con una certa approssimazione la colonizzazione può essere definita come un pensiero esogeno imposto in un determinato territorio. Tale azione si riverbera, su molteplici livelli, nei cor-pi e nei comportamenti di chi quei territori li abita. Quasi sem-pre, tale impronta permane anche quando quell’azione ha esaurito la sua spinta originaria. Le resistenze, o i nuovi pensieri, che si producono in tale contesto, si aprono alle categorie di postcoloniale e decolonizzazione. Se però destoricizziamo il concetto “colonizzazione” ci troviamo davanti ad un meccanismo politico che può riguardare molteplici ambiti. Imporre un modello urbanistico in un quartiere o imporre un protocollo di cura aderente a un modello ideale (di normalità) all’interno di un’istituzione totale sono alcuni dei possibili esempi. Il capitolo che segue propone la metamorfosi avvenuta nell’ex ospedale psichiatrico Lorenzo Mandalari (ME) come strategia di reazione rispetto a un sapere\potere medico, burocratico e di stampo universalistico. Di tale processo vengono indagate le implicazioni sociali e territoriali e viene analizzato il ruolo esercitato dall’arte (outsider) come medium endogeno di trasformazione del reale. Quei corpi prima reclusi e normalizzati diventano rapidamente le risorse e i protagonisti del cambio di paradigma. Da istituzione totale il Mandalari si trasforma in risorsa territoriale in grado di modificare il rapporto stesso tra centro cittadino e quartiere. Le opere del (ex) paziente Gaetano Chiarenza assumuno in questo contesto un ruolo decisivo, ancora tutto da esplorare.Pubblicazioni consigliate
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