Parlare di paesaggio nell’area dello Stretto significa percorrere contraddizioni fatte di grande bellezza e abusi devastanti, di Bronzi e navi dei veleni, di cittadinanza sana e illegalità; nonostante ciò la venustas ambientale aumenta la resilienza urbana perché la bellezza determina un campo di forza in questo territorio. È un paesaggio che a Messina si presenta come un compendio delle categorie contemplate dalla Convenzione europea del paesaggio, dove si trovano i “paesaggi terrestri” (spazi naturali, rurali, periurbani e urbani), le “acque interne e marine” (lo Stretto, le fiumare, i laghi di Ganzirri sul versante messinese), e che comprende quei paesaggi che possono essere considerati “eccezionali”, “del quotidiano” e “del degrado”, così come descritti dalla Convenzione stessa. Straordinario valore paesaggistico e posizione strategica territoriale rappresentano due risorse sostanziali per la promozione delle sviluppo sostenibile dell’area, e a partire da ciò è possibile creare una economia strutturale capace di investire in cultura, paesaggio, energia e nella rigenerazione urbana. Gli scenari strategici dai quali partire possono essere sintetizzati attraverso sei grandi temi: Monti Peloritani come grande cuore verde e spina centrale dell’armatura ecologica del territorio; Recupero dei Paesaggi del degrado e del rischio; Paesaggi del limite (waterfront/countryfront) come aree di conflitto generatrici di opportunità. Si tratta di temi di grande respiro che servono a superare una delle debolezze strutturali della pianificazione urbanistica a Messina, cioè la mancanza di governo della forma urbana e territoriale, ma contengono anche temi trasversali e multiscalari come quelli della partecipazione e della riqualificazione dello spazio pubblico.
La resilienza del paesaggio dello Stretto
ARENA, Marina
Primo
2016-01-01
Abstract
Parlare di paesaggio nell’area dello Stretto significa percorrere contraddizioni fatte di grande bellezza e abusi devastanti, di Bronzi e navi dei veleni, di cittadinanza sana e illegalità; nonostante ciò la venustas ambientale aumenta la resilienza urbana perché la bellezza determina un campo di forza in questo territorio. È un paesaggio che a Messina si presenta come un compendio delle categorie contemplate dalla Convenzione europea del paesaggio, dove si trovano i “paesaggi terrestri” (spazi naturali, rurali, periurbani e urbani), le “acque interne e marine” (lo Stretto, le fiumare, i laghi di Ganzirri sul versante messinese), e che comprende quei paesaggi che possono essere considerati “eccezionali”, “del quotidiano” e “del degrado”, così come descritti dalla Convenzione stessa. Straordinario valore paesaggistico e posizione strategica territoriale rappresentano due risorse sostanziali per la promozione delle sviluppo sostenibile dell’area, e a partire da ciò è possibile creare una economia strutturale capace di investire in cultura, paesaggio, energia e nella rigenerazione urbana. Gli scenari strategici dai quali partire possono essere sintetizzati attraverso sei grandi temi: Monti Peloritani come grande cuore verde e spina centrale dell’armatura ecologica del territorio; Recupero dei Paesaggi del degrado e del rischio; Paesaggi del limite (waterfront/countryfront) come aree di conflitto generatrici di opportunità. Si tratta di temi di grande respiro che servono a superare una delle debolezze strutturali della pianificazione urbanistica a Messina, cioè la mancanza di governo della forma urbana e territoriale, ma contengono anche temi trasversali e multiscalari come quelli della partecipazione e della riqualificazione dello spazio pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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