Lo studio si incentra su un tema: la conoscenza nel pensiero di Salvatore Pugliatti, tentando di indagarne i percorsi tracciati in un ambito definito della giuridicità, il diritto civile, la cui fenomenologia è stata particolarmente segnata, nella attuale società dell'informazione, da una progressiva moltiplicazione delle fonti di produzione delle regole giuridiche, nazionali, ma soprattutto sovranazionali, di matrice comunitaria, ma non solo, che riguardano, innanzitutto, il ruolo dell'interprete. L'operatore giuridico, dunque, lo scienziato, come il pratico del diritto, entrambi chiamati, secondo il metodo e gli obiettivi che gli sono propri, a dare una risposta alle domande che incessantemente emergono dalla complessa realtà umana e sociale, secondo il pensiero del Maestro, la vera matrice dell'ordinamento, come esperienza vissuta dai consociati. L'interpretazione, dunque, come declinazione della conoscenza scientifica del dover essere giuridico, di quella fenomenologia (il fenomeno giuridico) che ricomprende, come due facce della stessa medaglia, il diritto, cioè le regole dell'agire umano, e l'attività di ricerca delle medesime, riassumendo, l'ermeneutica, quella conoscenza che, in un ambito definito dello scibile, secondo il metodo proprio delle scienze, presiede e governa tale attività, in un contesto ormai sconfinato e globale, ma che, secondo il precursore della complessità, già metteva a dura prova lo stesso problema del metodo.
Il contributo di Salvatore Pugliatti allo studio della conoscenza nel sistema ordinamentale
GALLETTI, Massimo
2016-01-01
Abstract
Lo studio si incentra su un tema: la conoscenza nel pensiero di Salvatore Pugliatti, tentando di indagarne i percorsi tracciati in un ambito definito della giuridicità, il diritto civile, la cui fenomenologia è stata particolarmente segnata, nella attuale società dell'informazione, da una progressiva moltiplicazione delle fonti di produzione delle regole giuridiche, nazionali, ma soprattutto sovranazionali, di matrice comunitaria, ma non solo, che riguardano, innanzitutto, il ruolo dell'interprete. L'operatore giuridico, dunque, lo scienziato, come il pratico del diritto, entrambi chiamati, secondo il metodo e gli obiettivi che gli sono propri, a dare una risposta alle domande che incessantemente emergono dalla complessa realtà umana e sociale, secondo il pensiero del Maestro, la vera matrice dell'ordinamento, come esperienza vissuta dai consociati. L'interpretazione, dunque, come declinazione della conoscenza scientifica del dover essere giuridico, di quella fenomenologia (il fenomeno giuridico) che ricomprende, come due facce della stessa medaglia, il diritto, cioè le regole dell'agire umano, e l'attività di ricerca delle medesime, riassumendo, l'ermeneutica, quella conoscenza che, in un ambito definito dello scibile, secondo il metodo proprio delle scienze, presiede e governa tale attività, in un contesto ormai sconfinato e globale, ma che, secondo il precursore della complessità, già metteva a dura prova lo stesso problema del metodo.File | Dimensione | Formato | |
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