La questione della sovranità è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche della crisi dell’impero spagnolo. La stretta interdipendenza tra le due parti dell’Impero, Spagna e America, è immediatamente evidente nei fatti di Bayona del 1808 che provocarono lo scoppio della crisi. L’abdicazione forzata di Ferdinando VII e di tutti i membri della famiglia reale e il passaggio della Corona a José Bonaparte rappresentarono un evento unico nella storia europea. Il principio medioevale dell’inalienabilità dei diritti e dei beni della Corona, introdotta come clausola nell’atto del giuramento che precedeva l’accesso al trono, implicava la distinzione tra il Re come persona fisica e il Re come persona giuridica, tra il patrimonio privato del Re e quello della Corona, alienabile il primo, non alienabile il secondo. Essendo il Monarca un amministratore della Corona non poteva disfarsi del suo patrimonio senza il consenso del regno. In breve il diritto dei sovrani spagnoli al possesso delle Indie non proveniva dalla scoperta, dalla conquista e dalla colonizzazione, ma da un possesso territoriale privato. I Borbone compirono dunque un atto illegittimo poiché non rispettarono l’obbligo di inalienabilità del regno. La rivoluzione ispano – americana nacque dunque come una legittima resistenza all’illegalità degli atti di governo e non come un fenomeno economico e sociale. Ciò è confermato dall’assenza quasi assoluta di una ideologia rivoluzionaria cioè di un modello precostituito e razionalistico di società e di governo al quale adattare la realtà. Piuttosto la dottrina dello Stato e dei suoi limiti, così come descritta in Suárez, rappresentò il fondamento filosofico in cui si rivelava il carattere ispano – americano della rivoluzione, un’ispirazione differente rispetto al razionalismo illuminista o al liberalismo utilitarista.
Elementi della filosofia di Francisco Suárez nelle le radici teoriche dell’indipendentismo iberoamericano
CANNATARO, ITALIA MARIA
2016-01-01
Abstract
La questione della sovranità è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche della crisi dell’impero spagnolo. La stretta interdipendenza tra le due parti dell’Impero, Spagna e America, è immediatamente evidente nei fatti di Bayona del 1808 che provocarono lo scoppio della crisi. L’abdicazione forzata di Ferdinando VII e di tutti i membri della famiglia reale e il passaggio della Corona a José Bonaparte rappresentarono un evento unico nella storia europea. Il principio medioevale dell’inalienabilità dei diritti e dei beni della Corona, introdotta come clausola nell’atto del giuramento che precedeva l’accesso al trono, implicava la distinzione tra il Re come persona fisica e il Re come persona giuridica, tra il patrimonio privato del Re e quello della Corona, alienabile il primo, non alienabile il secondo. Essendo il Monarca un amministratore della Corona non poteva disfarsi del suo patrimonio senza il consenso del regno. In breve il diritto dei sovrani spagnoli al possesso delle Indie non proveniva dalla scoperta, dalla conquista e dalla colonizzazione, ma da un possesso territoriale privato. I Borbone compirono dunque un atto illegittimo poiché non rispettarono l’obbligo di inalienabilità del regno. La rivoluzione ispano – americana nacque dunque come una legittima resistenza all’illegalità degli atti di governo e non come un fenomeno economico e sociale. Ciò è confermato dall’assenza quasi assoluta di una ideologia rivoluzionaria cioè di un modello precostituito e razionalistico di società e di governo al quale adattare la realtà. Piuttosto la dottrina dello Stato e dei suoi limiti, così come descritta in Suárez, rappresentò il fondamento filosofico in cui si rivelava il carattere ispano – americano della rivoluzione, un’ispirazione differente rispetto al razionalismo illuminista o al liberalismo utilitarista.Pubblicazioni consigliate
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