Nato a la Habana da genitori spagnoli nel 1853, Martí fece le sue prime esperienze culturali e politiche all’interno di una società non ancora attraversata dai fermenti indipendentisti di Bolivar, ma che comunque si stava trasformando, almeno dal punto di vista socio-culturale , per via del crescente aumento di manodopera straniera non di colore che occupava il mercato del lavoro alla metà del secolo. Gli effetti di questo fenomeno sulla società cubana incisero profondamente nelle dinamiche dei rapporti sociali. Questa situazione era dovuta ad un complesso fenomeno culturale e politico legato alla scelta di favorire una immigrazione funzionale ad una politica che poneva la questione della razza al centro delle sue preoccupazioni. Si trattava di un fenomeno favorito dal governo spagnolo che affidò la maggior parte delle terre incolte proprio a famiglie di coloni bianchi fedeli alla corona; in questo modo la cosiddetta classe media illuminata di ceppo europeo avrebbe potuto prendere le redini politiche ed economiche del paese, anche attraverso il processo di della popolazione. L’approccio di una realtà così poco omogenea come quella cubana con il problema della costruzione della nazione in termini hegeliani (così come prevedeva il dibattito europeo prevalente nell’isola), avvenne gradualmente e grande merito in questo senso, lo ebbe Martí, in quanto autore di un disegno adatto a radunare interessi sufficienti per lanciarsi nell’avventura dell’indipendenza a prescindere dall’estrema frammentarietà di quella società dalla difficoltà di coordinare gli interessi delle varie classi sociali.

Le due Americhe panamericanismo vs. nazionalismo nel pensiero di José Martí

CANNATARO, ITALIA MARIA
2016-01-01

Abstract

Nato a la Habana da genitori spagnoli nel 1853, Martí fece le sue prime esperienze culturali e politiche all’interno di una società non ancora attraversata dai fermenti indipendentisti di Bolivar, ma che comunque si stava trasformando, almeno dal punto di vista socio-culturale , per via del crescente aumento di manodopera straniera non di colore che occupava il mercato del lavoro alla metà del secolo. Gli effetti di questo fenomeno sulla società cubana incisero profondamente nelle dinamiche dei rapporti sociali. Questa situazione era dovuta ad un complesso fenomeno culturale e politico legato alla scelta di favorire una immigrazione funzionale ad una politica che poneva la questione della razza al centro delle sue preoccupazioni. Si trattava di un fenomeno favorito dal governo spagnolo che affidò la maggior parte delle terre incolte proprio a famiglie di coloni bianchi fedeli alla corona; in questo modo la cosiddetta classe media illuminata di ceppo europeo avrebbe potuto prendere le redini politiche ed economiche del paese, anche attraverso il processo di della popolazione. L’approccio di una realtà così poco omogenea come quella cubana con il problema della costruzione della nazione in termini hegeliani (così come prevedeva il dibattito europeo prevalente nell’isola), avvenne gradualmente e grande merito in questo senso, lo ebbe Martí, in quanto autore di un disegno adatto a radunare interessi sufficienti per lanciarsi nell’avventura dell’indipendenza a prescindere dall’estrema frammentarietà di quella società dalla difficoltà di coordinare gli interessi delle varie classi sociali.
2016
978-88-6866-253-0
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