La riflessione condotta nel presente lavoro intende evidenziare un interessante parallelismo tra il riacquisto di competenze da parte dello Stato contenuto nella riforma costituzionale approvata dalle Camere del Parlamento italiano e la salvaguardia delle competenze da parte degli Stati membri nella recente esperienza dell’Unione europea. Per quanto concerne la riforma costituzionale recentemente approvata, infatti, da una prima analisi, si può affermare che la soppressione delle materie rientranti nella potestà legislativa concorrente delle Regioni ed il contestuale transito delle stesse all’interno della potestà legislativa esclusiva dello Stato non sembri provocare particolari stravolgimenti, proprio in virtù del fatto che in alcune specifiche materie rientranti nella competenza esclusiva dello Stato, ai sensi del testo novellato dell’articolo 117, comma 2, Cost., quest’ultimo possa solo adottare delle «disposizioni generali e comuni»; locuzione, questa, che sembrerebbe riecheggiare, sebbene con più di qualche distinguo, quei «principi fondamentali» che lo Stato oggi adotta nelle materie di competenza concorrente. Dall’analisi delle iniziative intraprese all’interno dell’ordinamento UE, allo stesso modo, si è sottolineato come esse – nello specifico l’introduzione della clausola del rispetto delle identità nazionali degli Stati membri, da una parte, e l’introduzione della procedura di preallarme con cui i Parlamenti nazionali e le assemblee regionali controllano la non incompatibilità degli atti legislativi UE con il principio di sussidiarietà, dall’altra – non si siano particolarmente contraddistinte, quanto meno finora, per la loro incisività nei confronti dell’azione dell’Unione, non producendo quindi quegli effetti sperati per gli Stati membri.

La salvaguardia delle competenze dello Stato nella recente esperienza dell'Unione europea e le similitudini con la recente riforma costituzionale italiana: "tanto rumore per nulla?"

MESSINA, MICHELE
2016-01-01

Abstract

La riflessione condotta nel presente lavoro intende evidenziare un interessante parallelismo tra il riacquisto di competenze da parte dello Stato contenuto nella riforma costituzionale approvata dalle Camere del Parlamento italiano e la salvaguardia delle competenze da parte degli Stati membri nella recente esperienza dell’Unione europea. Per quanto concerne la riforma costituzionale recentemente approvata, infatti, da una prima analisi, si può affermare che la soppressione delle materie rientranti nella potestà legislativa concorrente delle Regioni ed il contestuale transito delle stesse all’interno della potestà legislativa esclusiva dello Stato non sembri provocare particolari stravolgimenti, proprio in virtù del fatto che in alcune specifiche materie rientranti nella competenza esclusiva dello Stato, ai sensi del testo novellato dell’articolo 117, comma 2, Cost., quest’ultimo possa solo adottare delle «disposizioni generali e comuni»; locuzione, questa, che sembrerebbe riecheggiare, sebbene con più di qualche distinguo, quei «principi fondamentali» che lo Stato oggi adotta nelle materie di competenza concorrente. Dall’analisi delle iniziative intraprese all’interno dell’ordinamento UE, allo stesso modo, si è sottolineato come esse – nello specifico l’introduzione della clausola del rispetto delle identità nazionali degli Stati membri, da una parte, e l’introduzione della procedura di preallarme con cui i Parlamenti nazionali e le assemblee regionali controllano la non incompatibilità degli atti legislativi UE con il principio di sussidiarietà, dall’altra – non si siano particolarmente contraddistinte, quanto meno finora, per la loro incisività nei confronti dell’azione dell’Unione, non producendo quindi quegli effetti sperati per gli Stati membri.
2016
9788893910026
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