Musine Kokalari (1917-1983), oggi in Albania riconosciuta «Onore della Nazione», è stata la prima, grande scrittrice e poetessa albanese del Novecento, sensibile alla nascente “questione femminile” e alla miseria delle società rurali da lei denunciata in intensi, partecipati racconti. Nel 1938 è a Roma per laurearsi in lettere alla Sapienza. Impegnata nella costruzione di un’Albania democratica, nel 1946 viene additata dal regime comunista quale «sabotatrice e nemica del popolo» e condannata al carcere e all’isolamento forzato fino alla morte avvenuta nel 1983. La mia vita universitaria è la sua autobiografia giovanile e vede solo oggi la luce, in quello stesso italiano in cui fu composta a Roma durante il fascismo. Pensate per essere libro, queste memorie rivelano la sensibilità umana, poetica, antropologica della scrittrice che si cimenta in una lingua e un Paese non suoi. Una lingua e una penisola, però, anche sue, dal momento in cui dal 1939 l’Albania si trovava sotto l’occupazione dell’Italia fascista. La mia vita universitaria è un testo “adriatico”, differenziale, in cui l’albanese musulmana dà prova di fronteggiare un mondo romano, maschile, fascista, cristiano narrato con la curiosità osservativa e introspettiva dell’intellettuale. Così, ostile a ogni dittatura, questa «ragazza uragano» infonde alle future generazioni l’amore per la giustizia e la libertà.
Musine Kokalari. La mia vita universitaria. Memorie di una scrittrice albanese nella Roma fascista (1937-1941)
GERACI, Mauro;
2016-01-01
Abstract
Musine Kokalari (1917-1983), oggi in Albania riconosciuta «Onore della Nazione», è stata la prima, grande scrittrice e poetessa albanese del Novecento, sensibile alla nascente “questione femminile” e alla miseria delle società rurali da lei denunciata in intensi, partecipati racconti. Nel 1938 è a Roma per laurearsi in lettere alla Sapienza. Impegnata nella costruzione di un’Albania democratica, nel 1946 viene additata dal regime comunista quale «sabotatrice e nemica del popolo» e condannata al carcere e all’isolamento forzato fino alla morte avvenuta nel 1983. La mia vita universitaria è la sua autobiografia giovanile e vede solo oggi la luce, in quello stesso italiano in cui fu composta a Roma durante il fascismo. Pensate per essere libro, queste memorie rivelano la sensibilità umana, poetica, antropologica della scrittrice che si cimenta in una lingua e un Paese non suoi. Una lingua e una penisola, però, anche sue, dal momento in cui dal 1939 l’Albania si trovava sotto l’occupazione dell’Italia fascista. La mia vita universitaria è un testo “adriatico”, differenziale, in cui l’albanese musulmana dà prova di fronteggiare un mondo romano, maschile, fascista, cristiano narrato con la curiosità osservativa e introspettiva dell’intellettuale. Così, ostile a ogni dittatura, questa «ragazza uragano» infonde alle future generazioni l’amore per la giustizia e la libertà.Pubblicazioni consigliate
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