Il saggio si propone di affrontare il tema che attiene al rapporto tra Stato di diritto ed esigenze di tutela dell’ordine democratico, da un lato, la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e la repressione di fenomeni quali il terrorismo o la mafia, dall’altro. Su entrambi i versanti, infatti, è da evidenziare come nel periodo di storia compreso tra la seconda metà degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, abbia preso corpo in Italia una legislazione speciale che, a partire dalle esigenze di tutela delle istituzioni democratiche dall’attacco terroristico, ha finito per avvantaggiare una prassi normativa che ha sovente derogato ad alcuni principi generali o ad alcune garanzie previste in generale per tutti i cittadini, pur conseguendo risultati di certo apprezzabili sul terreno della repressione. Tale modello, è questa l’ipotesi di ricerca, se dal punto di vista dell’evoluzione del nostro diritto penale, può leggersi all’interno dello schema schmittiano dell’amico/nemico ed in una sostanziale continuità nell’esperienza giuridica dello Stato nazionale italiano, ha consolidato una prassi che ha, in qualche modo, determinato una prevalenza dell’esecutivo nella gestione del conflitto sociale secondo un modello che non può fare a meno di accertare situazioni d’emergenza prima d’intervenire con idonei strumenti normativi.

Stato di diritto e logica dell'emergenza. Dalla legge Reale alla legislazione sui pentiti

CHIARA, Luigi
2017-01-01

Abstract

Il saggio si propone di affrontare il tema che attiene al rapporto tra Stato di diritto ed esigenze di tutela dell’ordine democratico, da un lato, la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e la repressione di fenomeni quali il terrorismo o la mafia, dall’altro. Su entrambi i versanti, infatti, è da evidenziare come nel periodo di storia compreso tra la seconda metà degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, abbia preso corpo in Italia una legislazione speciale che, a partire dalle esigenze di tutela delle istituzioni democratiche dall’attacco terroristico, ha finito per avvantaggiare una prassi normativa che ha sovente derogato ad alcuni principi generali o ad alcune garanzie previste in generale per tutti i cittadini, pur conseguendo risultati di certo apprezzabili sul terreno della repressione. Tale modello, è questa l’ipotesi di ricerca, se dal punto di vista dell’evoluzione del nostro diritto penale, può leggersi all’interno dello schema schmittiano dell’amico/nemico ed in una sostanziale continuità nell’esperienza giuridica dello Stato nazionale italiano, ha consolidato una prassi che ha, in qualche modo, determinato una prevalenza dell’esecutivo nella gestione del conflitto sociale secondo un modello che non può fare a meno di accertare situazioni d’emergenza prima d’intervenire con idonei strumenti normativi.
2017
9788868435844
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