L’art. 922 c.c. individua i modi di acquisto della proprietà attraverso una elencazione analitica, ma non tassativa, che rinvia alla legge la determinazione degli altri modi non espressamente indicati dalla norma, demandando all’interprete il non facile compito di ricercare criteri di classificazione volti a ritrovare un ordine sistematico nell’articolata e frammentaria disciplina giuridica. Le tradizionali ripartizioni tra acquisti a titolo originario e derivativo, volte a proporre una lettura in chiave ricostruttiva dell’elencazione normativa, hanno formato oggetto in dottrina di un dibattito risalente e mai sopito. Al riguardo, il rilievo più incisivo attiene alla considerazione che ragionare in termini di titolo dell’acquisto è insufficiente ai fini di una rielaborazione complessiva dei modi di acquisto, rispetto ai quali non si può prescindere dalla relazione soggetto-bene. In questa prospettiva, è necessario considerare la rilevanza assunta dal bene quale potenziale di utilità idoneo a soddisfare interessi umani e non meno incisiva è anche la sua destinazione determinata dal proprietario o prevista dalle Autorità competenti. Sono questi i fattori dai quali discende la predicata diversificazione degli statuti proprietari in relazione alla natura del bene ed alla sua funzione, i quali finiscono con il refluire anche sulle vicende attributive del diritto, determinando differenziate modalità di acquisto, parametrate sulle tipologie di beni e sulla loro utilitas e teleologicamente orientate in funzione della valenza sociale del bene stesso e della sua attitudine a soddisfare i bisogni della intera collettività. Ne consegue che le classificazioni tradizionali dei modi di acquisto della proprietà rendono necessarie opportune rivisitazioni in chiave assiologico-reale, potendosi ragionevolmente prospettare una ricostruzione dell’elencazione operata dall’art. 922 c.c. che tenga conto della tipologia dei beni ed individui per questa via un criterio ordinante dei modi di acquisto della proprietà, correlato alla natura e funzione del bene. In chiave sistematica, per una più autentica comprensione dell’ambito di operatività della disciplina dei modi di acquisto della proprietà, non si può prescindere dalla considerazione del regime patrimoniale della famiglia, anche al fine di verificare se i criteri generali fissati dall’art. 922 c.c. siano pienamente applicabili ai rapporti tra coniugi o subiscano deroghe ed adattamenti in funzione dei peculiari interessi emergenti all’interno del nucleo familiare e delle specifiche finalità cui è preordinata la comunione legale. Al riguardo, il confluire di molteplici interessi non può non dispiegare i suoi effetti sulle modalità di circolazione della ricchezza familiare, proiettandola verso meccanismi acquisitivi diversificati, anche in relazione alla natura del bene ed alla sua destinazione, con importanti riflessi scaturenti, altresì, dalla distinzione tra beni mobili e immobili.

Art. 922 Le singole fattispecie costitutive dei modi di acquisto - Modi di acquisto della proprietà e comunione legale tra coniugi

LA ROSA, Elena
2017-01-01

Abstract

L’art. 922 c.c. individua i modi di acquisto della proprietà attraverso una elencazione analitica, ma non tassativa, che rinvia alla legge la determinazione degli altri modi non espressamente indicati dalla norma, demandando all’interprete il non facile compito di ricercare criteri di classificazione volti a ritrovare un ordine sistematico nell’articolata e frammentaria disciplina giuridica. Le tradizionali ripartizioni tra acquisti a titolo originario e derivativo, volte a proporre una lettura in chiave ricostruttiva dell’elencazione normativa, hanno formato oggetto in dottrina di un dibattito risalente e mai sopito. Al riguardo, il rilievo più incisivo attiene alla considerazione che ragionare in termini di titolo dell’acquisto è insufficiente ai fini di una rielaborazione complessiva dei modi di acquisto, rispetto ai quali non si può prescindere dalla relazione soggetto-bene. In questa prospettiva, è necessario considerare la rilevanza assunta dal bene quale potenziale di utilità idoneo a soddisfare interessi umani e non meno incisiva è anche la sua destinazione determinata dal proprietario o prevista dalle Autorità competenti. Sono questi i fattori dai quali discende la predicata diversificazione degli statuti proprietari in relazione alla natura del bene ed alla sua funzione, i quali finiscono con il refluire anche sulle vicende attributive del diritto, determinando differenziate modalità di acquisto, parametrate sulle tipologie di beni e sulla loro utilitas e teleologicamente orientate in funzione della valenza sociale del bene stesso e della sua attitudine a soddisfare i bisogni della intera collettività. Ne consegue che le classificazioni tradizionali dei modi di acquisto della proprietà rendono necessarie opportune rivisitazioni in chiave assiologico-reale, potendosi ragionevolmente prospettare una ricostruzione dell’elencazione operata dall’art. 922 c.c. che tenga conto della tipologia dei beni ed individui per questa via un criterio ordinante dei modi di acquisto della proprietà, correlato alla natura e funzione del bene. In chiave sistematica, per una più autentica comprensione dell’ambito di operatività della disciplina dei modi di acquisto della proprietà, non si può prescindere dalla considerazione del regime patrimoniale della famiglia, anche al fine di verificare se i criteri generali fissati dall’art. 922 c.c. siano pienamente applicabili ai rapporti tra coniugi o subiscano deroghe ed adattamenti in funzione dei peculiari interessi emergenti all’interno del nucleo familiare e delle specifiche finalità cui è preordinata la comunione legale. Al riguardo, il confluire di molteplici interessi non può non dispiegare i suoi effetti sulle modalità di circolazione della ricchezza familiare, proiettandola verso meccanismi acquisitivi diversificati, anche in relazione alla natura del bene ed alla sua destinazione, con importanti riflessi scaturenti, altresì, dalla distinzione tra beni mobili e immobili.
2017
9788814166549
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