Il Cinquecento a Messina, come, seppure con minor prestigio, in tutto il Regno, è il secolo di una nuova attenzione al paesaggio urbano. Maturano progetti per nuove piazze, vengono progettati ampliamenti per vecchie chiese e strutture conventuali, si rettificano strade importanti per la mobilità urbana. Nella città dello Stretto, in particolare per l’alto coefficiente storico-architettonico che ne conseguiva, venivano eseguiti lavori a varie scale di intervento. Nel Piano della chiesa maggiore veniva realizzata la celebre fontana di Orione e si ristrutturava l’attigua chiesa bizantina di San Lorenzo. Si progettava per la città un nuovo acquedotto pubblico, per il quale occorreva eseguire impegnative opere in galleria con cui oltrepassare tre colline, costruendo altresì condotti nelle strade pubbliche per diramare il percorso idrico verso le residenze dei maggiorenti che si erano assicurati la fornitura idrica. Si prevedeva contemporaneamente la realizzazione di condotti fognari per l’igiene pubblica e la successiva pavimentazione stradale con cui perfezionare il decoro urbano. Si deliberava nel 1540 l’espansione meridionale della città per far ricadere la collina del Tirone all’interno della nuova cinta, tentando correttivi all’alveo del San Filippo il piccolo, divenuto così fiumara di città. Nella nuova area, soggetta a un piano di urbanizzazione, sorgeva il grande Ospedale di Santa Maria della Pietà e la nuova cortina ricca di nuovi opere di ingegneria militare. Veniva riprogettato con criteri rinascimentali tutto il corpo settentrionale del Palazzo Reale, di cui si eseguivano già negli anni 1548-49 le modifiche strutturali. Ma l’operazione più diffusa e probabilmente più importante per l’intera rettifica urbana passava, nell’immediato dopo-Lepanto, come piano per i lavori di strada Austria. In verità il riferimento onomastico, che si riferiva principalmente alla strada Amalfitana, presto si sarebbe propagato a buona parte della morfologia urbana (S. Maria la Porta, Incanto, Calderai ecc.), dove erano necessari lavori di resecazione per facilitare e nobilitare il transito.
Interventi urbani a Messina nei secoli XVI-XVII
Aricò, Nicola
2016-01-01
Abstract
Il Cinquecento a Messina, come, seppure con minor prestigio, in tutto il Regno, è il secolo di una nuova attenzione al paesaggio urbano. Maturano progetti per nuove piazze, vengono progettati ampliamenti per vecchie chiese e strutture conventuali, si rettificano strade importanti per la mobilità urbana. Nella città dello Stretto, in particolare per l’alto coefficiente storico-architettonico che ne conseguiva, venivano eseguiti lavori a varie scale di intervento. Nel Piano della chiesa maggiore veniva realizzata la celebre fontana di Orione e si ristrutturava l’attigua chiesa bizantina di San Lorenzo. Si progettava per la città un nuovo acquedotto pubblico, per il quale occorreva eseguire impegnative opere in galleria con cui oltrepassare tre colline, costruendo altresì condotti nelle strade pubbliche per diramare il percorso idrico verso le residenze dei maggiorenti che si erano assicurati la fornitura idrica. Si prevedeva contemporaneamente la realizzazione di condotti fognari per l’igiene pubblica e la successiva pavimentazione stradale con cui perfezionare il decoro urbano. Si deliberava nel 1540 l’espansione meridionale della città per far ricadere la collina del Tirone all’interno della nuova cinta, tentando correttivi all’alveo del San Filippo il piccolo, divenuto così fiumara di città. Nella nuova area, soggetta a un piano di urbanizzazione, sorgeva il grande Ospedale di Santa Maria della Pietà e la nuova cortina ricca di nuovi opere di ingegneria militare. Veniva riprogettato con criteri rinascimentali tutto il corpo settentrionale del Palazzo Reale, di cui si eseguivano già negli anni 1548-49 le modifiche strutturali. Ma l’operazione più diffusa e probabilmente più importante per l’intera rettifica urbana passava, nell’immediato dopo-Lepanto, come piano per i lavori di strada Austria. In verità il riferimento onomastico, che si riferiva principalmente alla strada Amalfitana, presto si sarebbe propagato a buona parte della morfologia urbana (S. Maria la Porta, Incanto, Calderai ecc.), dove erano necessari lavori di resecazione per facilitare e nobilitare il transito.Pubblicazioni consigliate
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