Accanto ai resti di un insediamento classico nasce in età medievale un cenobio, che pur nella povertà e nella ristrettezza di ambienti, rimane punto di riferimento spaziale per un ritorno alle pratiche spirituali eremitiche. Il monachesimo basiliano, che nel periodo normanno ebbe notevole fulgore nella parte orientale della Sicilia, fece riemergere elementi di cultura bizantina, sopravvissuti alla dominazione musulmana e rinvigorì una spiritualità religiosa, che aveva visto nel periodo alto medievale notevoli figure di santi eremiti. Non a caso la parte nord orientale dell’isola fece baluardo all’invasione islamica e diventò per numerosi anacoreti una linea di fuga per un rifugio oltre lo Stretto nel più sicuro tema bizantino della Calabria. L’impianto monastico, sorto all’interno dell’area archeologica della città di Apollonia (distrutta da Agatocle all’inizio del III sec. a. C.) distesa sulla spianata di un promontorio, domina una parte della costa settentrionale tirrenica. Oggi fa ancor di più impressione, in un paesaggio non comune, l’incrociarsi di natura e artificio a dimensioni quasi eroiche. La chiesa dei santi Alfio, Filadelfio e Cirino a S. Fratello (ME) fulcro del suddetto cenobio, fu costruita in età normanna (inizio XII secolo) sui resti di una costruzione più antica (S. Maria Palatiorum) [3], individuabili nella cripta, detta di S. Tecla, dove, si narra, vennero trovati i corpi dei tre martiri. Restituzioni da rilevamento diretto, integrate con tecniche laserscanning, contribuiscono a leggere ed a interpretare l’opera degli antichi costruttori.

Un cenobio abbandonato nei pressi dell’antica Apollonia

ALTADONNA, ALESSIO;LA ROSA, SALVATORE;MANGANARO, Mario
2016-01-01

Abstract

Accanto ai resti di un insediamento classico nasce in età medievale un cenobio, che pur nella povertà e nella ristrettezza di ambienti, rimane punto di riferimento spaziale per un ritorno alle pratiche spirituali eremitiche. Il monachesimo basiliano, che nel periodo normanno ebbe notevole fulgore nella parte orientale della Sicilia, fece riemergere elementi di cultura bizantina, sopravvissuti alla dominazione musulmana e rinvigorì una spiritualità religiosa, che aveva visto nel periodo alto medievale notevoli figure di santi eremiti. Non a caso la parte nord orientale dell’isola fece baluardo all’invasione islamica e diventò per numerosi anacoreti una linea di fuga per un rifugio oltre lo Stretto nel più sicuro tema bizantino della Calabria. L’impianto monastico, sorto all’interno dell’area archeologica della città di Apollonia (distrutta da Agatocle all’inizio del III sec. a. C.) distesa sulla spianata di un promontorio, domina una parte della costa settentrionale tirrenica. Oggi fa ancor di più impressione, in un paesaggio non comune, l’incrociarsi di natura e artificio a dimensioni quasi eroiche. La chiesa dei santi Alfio, Filadelfio e Cirino a S. Fratello (ME) fulcro del suddetto cenobio, fu costruita in età normanna (inizio XII secolo) sui resti di una costruzione più antica (S. Maria Palatiorum) [3], individuabili nella cripta, detta di S. Tecla, dove, si narra, vennero trovati i corpi dei tre martiri. Restituzioni da rilevamento diretto, integrate con tecniche laserscanning, contribuiscono a leggere ed a interpretare l’opera degli antichi costruttori.
2016
978-88-6975-138-7
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