L’amore è una mania da cui non ci si libera facilmente. Per fortuna, se esso funziona come detonatore di un intreccio capace di articolare corrosivo divertimento e sapido disincanto. Gli attori/autori in questione (il pugliese Francesco d’Amore e la siciliana Luciana Maniaci, cresciuti, dopo essersi incontrati alla Scuola Holden, alla munifica scuola di Gabriele Vacis) sono la prova più convincente che una vocazione alla drammaturgia, una fiducia ostinata nelle risorse del testo, è, nella cultura teatrale italiana, un dato ormai acquisito in modo ineludibile.
Quando il nome è un destino e la morte non basta. L’autobiologia dei Maniaci d’Amore
Dario Tomasello
2015-01-01
Abstract
L’amore è una mania da cui non ci si libera facilmente. Per fortuna, se esso funziona come detonatore di un intreccio capace di articolare corrosivo divertimento e sapido disincanto. Gli attori/autori in questione (il pugliese Francesco d’Amore e la siciliana Luciana Maniaci, cresciuti, dopo essersi incontrati alla Scuola Holden, alla munifica scuola di Gabriele Vacis) sono la prova più convincente che una vocazione alla drammaturgia, una fiducia ostinata nelle risorse del testo, è, nella cultura teatrale italiana, un dato ormai acquisito in modo ineludibile.File in questo prodotto:
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