La mia ricerca intende esaminare la presenza del libro – come oggetto e tematica – nelle opere di scrittrici siciliane fra ‘800 e ‘900; nel caso di queste autrici, che vivono su di sé una doppia emarginazione, perché donne, e in quanto soggetti che operano in una realtà sociale e culturale arretrata, la lettura è una faticosa conquista. Ogni riferimento al libro riveste allora un particolare significato, anche quando sembra allinearsi alle ideologie dominanti; in ogni caso l’esperienza della lettura permette alla scrittrice o ai suoi personaggi di sperimentare realtà alternative, di ricavare dai testi meditati e discussi linee guida per il proprio percorso esistenziale, infine di accedere ad un fuori normalmente riservato all’agire ed al controllo maschile. Il lavoro prende in considerazione tre campi di indagine: il personaggio come lettore; l’autore come lettore; l’appello al lettore all’interno della narrazione. Nell’insieme non esiguo delle scrittrici siciliane si sono scelte quattordici personalità che a mio avviso risultano maggiormente rappresentative in relazione alla tematica in oggetto; fra queste ritengo necessario dedicare maggior spazio a Rosina Muzio Salvo (1815-1866), il cui romanzo Adelina gravita interamente intorno alla lettura dell’Ortis foscoliano e a Maria Messina (1887-1944), per la quale l’esperienza del leggere costituisce, nella maggior parte dei casi, l’unico modo possibile per sfuggire alla realtà soffocante di relazioni familiari e sociali dominate da avidità, interesse, e chiuse in un rigido patriarcato
Leggere per vivere: la scrittura come paradigma interpretativo del reale nelle scrittrici siciliane dell'Otto-Novecento
DANIELA BOMBARA
2017-01-01
Abstract
La mia ricerca intende esaminare la presenza del libro – come oggetto e tematica – nelle opere di scrittrici siciliane fra ‘800 e ‘900; nel caso di queste autrici, che vivono su di sé una doppia emarginazione, perché donne, e in quanto soggetti che operano in una realtà sociale e culturale arretrata, la lettura è una faticosa conquista. Ogni riferimento al libro riveste allora un particolare significato, anche quando sembra allinearsi alle ideologie dominanti; in ogni caso l’esperienza della lettura permette alla scrittrice o ai suoi personaggi di sperimentare realtà alternative, di ricavare dai testi meditati e discussi linee guida per il proprio percorso esistenziale, infine di accedere ad un fuori normalmente riservato all’agire ed al controllo maschile. Il lavoro prende in considerazione tre campi di indagine: il personaggio come lettore; l’autore come lettore; l’appello al lettore all’interno della narrazione. Nell’insieme non esiguo delle scrittrici siciliane si sono scelte quattordici personalità che a mio avviso risultano maggiormente rappresentative in relazione alla tematica in oggetto; fra queste ritengo necessario dedicare maggior spazio a Rosina Muzio Salvo (1815-1866), il cui romanzo Adelina gravita interamente intorno alla lettura dell’Ortis foscoliano e a Maria Messina (1887-1944), per la quale l’esperienza del leggere costituisce, nella maggior parte dei casi, l’unico modo possibile per sfuggire alla realtà soffocante di relazioni familiari e sociali dominate da avidità, interesse, e chiuse in un rigido patriarcatoPubblicazioni consigliate
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