La mia ricerca intende presentare la complessa realtà culturale delle isole ioniche in età romantica: in particolare Corfù e Zante mostrano una doppia identità italo- greca, e quindi costituiscono luogo privilegiato di interazione fra i due mondi. Due intellettuali dell’epoca, amici e collaboratori, - lo zantiota Dyonisios Solomòs, il più noto esponente della poesia neoellenica in epoca risorgimentale, e il meno noto corfiota Pietro Quartanos - svolgono la propria attività letteraria e politica in stretto contatto con l’Italia, stabilendo rilevanti connessioni fra civiltà greca ed italiana. La ricerca si inscrive nel solco di analoghi studi sulle interazioni sociali e culturali fra isole ioniche e Italia nel periodo considerato (Kairophylas, Michel, Martinos, Tiktopulu, Pontani). Pietro Quartanos di Calogheras (1810- 1881) nasce a Corfù e studia in Italia, a Padova, per poi trasferirsi a Messina, dove alterna studi umanistici e progetti insurrezionali: aiuta i perseguitati politici italiani ad esiliare in Grecia, ma al tempo stesso partecipa alle attività della prestigiosa Accademia Peloritana dei Pericolanti. Una volta tornato in patria stabilisce rapporti di lavoro con Dyonisios Solomòs, e ne cura nel 1859 l’edizione delle poesie e prose italiane; in seguito, grazie ai suoi studi su Dante, Quartanos è nominato professore di lingua e letteratura italiana al Liceo di Corfù. Nell’ambito del suo insegnamento elabora e pubblica un Saggio sui prosatori italiani nel 1863, preziosa testimonianza dell’Italia fuori d’Italia, lavoro elogiato da Niccolò Tommaseo e tale quindi da superare certamente gli originari obiettivi didattici. Sia a Messina che a Corfù Pietro Quartanos svolge un’attività che è insieme politica e di alta divulgazione culturale; vissuto fra due mondi, greco ed italiano, li esplora in profondità svolgendo un’azione patriottica non esente da rischi ma al tempo stesso dedicandosi a svariate ricerche nell’ambito delle due letterature. Le opere italiane di Solomòs costituiscono un’interessante riscrittura dei principali generi della tradizione letteraria nostrana, dallo stilnovo alla rimeria burlesca, allo stile tassiano, per poi incentrarsi su forme e contenuti della lirica montiana e foscoliana. Non si tratta solo di esercitazioni stilistiche: se la lingua risulta a tratti arcaica, appesantita dal costante recupero di aulicismi, latinismi, dalle frequenti inversioni e perifrasi nobilitanti, quasi per fornire al lettore greco uno specimen delle modalità di comunicazione letteraria italiana, il singolare impasto lessicale e sintattico che ne deriva forza i limiti dei generi di riferimento e introduce elementi innovativi. Solomos crea una lingua sperimentale, astratta perché costruita con tasselli della tradizione italiana, ma con momenti di grande espressività, soprattutto nei capitoli burleschi, caratterizzati da notevoli excursus in ambito basso- mimetico, e sorprendenti aperture al parlato. La realtà sociale intellettualmente vivace dell’Eptaneso è stata quindi un fecondo terreno d’incontro e di sinergia fra le culture delle nazioni “sorelle”: l’attività di Quartanos e Solomos in questo contesto funge da trait d’union tra civiltà sicuramente differenti, ma inscrivibili in un unico quadro mediterraneo per comportamenti, esperienze, valori.
Grecia e Italia nazioni 'sorelle': l'Eptaneso crocevia di culture nell'esperienza letteraria e politica di Dionysios Solomòs e Pietro Quartano
DANIELA BOMBARA
2017-01-01
Abstract
La mia ricerca intende presentare la complessa realtà culturale delle isole ioniche in età romantica: in particolare Corfù e Zante mostrano una doppia identità italo- greca, e quindi costituiscono luogo privilegiato di interazione fra i due mondi. Due intellettuali dell’epoca, amici e collaboratori, - lo zantiota Dyonisios Solomòs, il più noto esponente della poesia neoellenica in epoca risorgimentale, e il meno noto corfiota Pietro Quartanos - svolgono la propria attività letteraria e politica in stretto contatto con l’Italia, stabilendo rilevanti connessioni fra civiltà greca ed italiana. La ricerca si inscrive nel solco di analoghi studi sulle interazioni sociali e culturali fra isole ioniche e Italia nel periodo considerato (Kairophylas, Michel, Martinos, Tiktopulu, Pontani). Pietro Quartanos di Calogheras (1810- 1881) nasce a Corfù e studia in Italia, a Padova, per poi trasferirsi a Messina, dove alterna studi umanistici e progetti insurrezionali: aiuta i perseguitati politici italiani ad esiliare in Grecia, ma al tempo stesso partecipa alle attività della prestigiosa Accademia Peloritana dei Pericolanti. Una volta tornato in patria stabilisce rapporti di lavoro con Dyonisios Solomòs, e ne cura nel 1859 l’edizione delle poesie e prose italiane; in seguito, grazie ai suoi studi su Dante, Quartanos è nominato professore di lingua e letteratura italiana al Liceo di Corfù. Nell’ambito del suo insegnamento elabora e pubblica un Saggio sui prosatori italiani nel 1863, preziosa testimonianza dell’Italia fuori d’Italia, lavoro elogiato da Niccolò Tommaseo e tale quindi da superare certamente gli originari obiettivi didattici. Sia a Messina che a Corfù Pietro Quartanos svolge un’attività che è insieme politica e di alta divulgazione culturale; vissuto fra due mondi, greco ed italiano, li esplora in profondità svolgendo un’azione patriottica non esente da rischi ma al tempo stesso dedicandosi a svariate ricerche nell’ambito delle due letterature. Le opere italiane di Solomòs costituiscono un’interessante riscrittura dei principali generi della tradizione letteraria nostrana, dallo stilnovo alla rimeria burlesca, allo stile tassiano, per poi incentrarsi su forme e contenuti della lirica montiana e foscoliana. Non si tratta solo di esercitazioni stilistiche: se la lingua risulta a tratti arcaica, appesantita dal costante recupero di aulicismi, latinismi, dalle frequenti inversioni e perifrasi nobilitanti, quasi per fornire al lettore greco uno specimen delle modalità di comunicazione letteraria italiana, il singolare impasto lessicale e sintattico che ne deriva forza i limiti dei generi di riferimento e introduce elementi innovativi. Solomos crea una lingua sperimentale, astratta perché costruita con tasselli della tradizione italiana, ma con momenti di grande espressività, soprattutto nei capitoli burleschi, caratterizzati da notevoli excursus in ambito basso- mimetico, e sorprendenti aperture al parlato. La realtà sociale intellettualmente vivace dell’Eptaneso è stata quindi un fecondo terreno d’incontro e di sinergia fra le culture delle nazioni “sorelle”: l’attività di Quartanos e Solomos in questo contesto funge da trait d’union tra civiltà sicuramente differenti, ma inscrivibili in un unico quadro mediterraneo per comportamenti, esperienze, valori.Pubblicazioni consigliate
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