Nell’Europa di fine Settecento Paul et Virginie di Bernardin de Saint Pierre ottiene un successo sorprendente e il rousseauismo problematico di questo romanzo pastorale costituisce, in molte opere che ad esso si ispirano, un cruciale punto di avvio per lo sviluppo delle idealità romantiche. Gli adattamenti teatrali ed operistici di area francese ( Favières 1791; Dubreuil 1794) assolutizzano il contrasto scenico fra personaggi positivi e negativi ma al tempo stesso spostano l’asse concettuale del discorso dal tragico dissidio uomo/ natura al recupero dell’armonia, veicolata da un happy end che esalta la ‘moralità trionfante’ di Virginie. Il mio lavoro intende indagare il quadro, più mosso e conflittuale, delle riscritture di Paul et Virginie per il teatro musicale siciliano, ed in particolare messinese. Si tratta di un’area geografica periferica, ma proprio per questo altamente ricettiva, ed in grado di rielaborare le proposte culturali europee per fornire un contributo originale al dibattito letterario: il libretto “Gli amori di Paolo e Virginia” (1833) di Felice Bisazza riprende i modelli teatrali francesi in relazione alla trama di eventi ma riformula la “geometria drammatica” (Ginestier 1961) del testo, esaltando la tensione emotiva inerente alle relazioni fra personaggi e potenziando l’atmosfera elegiaca, anche tramite puntuali riferimenti a snodi patetici del romanzo originario. La fonte narrativa, della quale si mantengono lo spessore culturale, la stratificazione mitologica, ma anche il complesso e contraddittorio cronotopo dell’isola – paradiso perduto, luogo di fuga (Guglielmi 2002), – ispira dunque al librettista un testo drammaturgico nel quale interagiscono istanze classiche e romantiche, tradizione ed innovazione, in un insieme dinamico e problematico . Nel successivo “Paolo e Virginia” (1843), musicato dal messinese Mario Aspa su parole di Iacopo Ferretti, si ripropone invece il finale tragico, segno di un Romanticismo più maturo, che focalizza il contrasto io/ realtà e non permette più soluzioni ‘facili’. Ritengo sia di sicuro interesse analizzare questo momento di contatto fra cultura francese e siciliana nell’ambito, ancora poco indagato ma oggetto di recenti ricerche, degli ipotesti operistici: la ripresa dei modelli d’oltralpe costituisce infatti, per i due scrittori e musicisti messinesi, un’occasione per agganciarsi alle correnti innovative europee. Si tratta di una tappa significativa nell’evoluzione del pensiero romantico siciliano che darà, pochi decenni dopo, esiti di grande rilevanza.
Forme e modi del Romanticismo in Sicilia: le riscritture di Paul et Virginie per il teatro musicale messinese
DANIELA BOMBARA
2015-01-01
Abstract
Nell’Europa di fine Settecento Paul et Virginie di Bernardin de Saint Pierre ottiene un successo sorprendente e il rousseauismo problematico di questo romanzo pastorale costituisce, in molte opere che ad esso si ispirano, un cruciale punto di avvio per lo sviluppo delle idealità romantiche. Gli adattamenti teatrali ed operistici di area francese ( Favières 1791; Dubreuil 1794) assolutizzano il contrasto scenico fra personaggi positivi e negativi ma al tempo stesso spostano l’asse concettuale del discorso dal tragico dissidio uomo/ natura al recupero dell’armonia, veicolata da un happy end che esalta la ‘moralità trionfante’ di Virginie. Il mio lavoro intende indagare il quadro, più mosso e conflittuale, delle riscritture di Paul et Virginie per il teatro musicale siciliano, ed in particolare messinese. Si tratta di un’area geografica periferica, ma proprio per questo altamente ricettiva, ed in grado di rielaborare le proposte culturali europee per fornire un contributo originale al dibattito letterario: il libretto “Gli amori di Paolo e Virginia” (1833) di Felice Bisazza riprende i modelli teatrali francesi in relazione alla trama di eventi ma riformula la “geometria drammatica” (Ginestier 1961) del testo, esaltando la tensione emotiva inerente alle relazioni fra personaggi e potenziando l’atmosfera elegiaca, anche tramite puntuali riferimenti a snodi patetici del romanzo originario. La fonte narrativa, della quale si mantengono lo spessore culturale, la stratificazione mitologica, ma anche il complesso e contraddittorio cronotopo dell’isola – paradiso perduto, luogo di fuga (Guglielmi 2002), – ispira dunque al librettista un testo drammaturgico nel quale interagiscono istanze classiche e romantiche, tradizione ed innovazione, in un insieme dinamico e problematico . Nel successivo “Paolo e Virginia” (1843), musicato dal messinese Mario Aspa su parole di Iacopo Ferretti, si ripropone invece il finale tragico, segno di un Romanticismo più maturo, che focalizza il contrasto io/ realtà e non permette più soluzioni ‘facili’. Ritengo sia di sicuro interesse analizzare questo momento di contatto fra cultura francese e siciliana nell’ambito, ancora poco indagato ma oggetto di recenti ricerche, degli ipotesti operistici: la ripresa dei modelli d’oltralpe costituisce infatti, per i due scrittori e musicisti messinesi, un’occasione per agganciarsi alle correnti innovative europee. Si tratta di una tappa significativa nell’evoluzione del pensiero romantico siciliano che darà, pochi decenni dopo, esiti di grande rilevanza.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.