Dalle riflessioni di Antonio Romano Tassone sulla «devianza» del potere alla difficile traslazione del principio di legalità in senso formale in un ordinamento «a misura d'uomo»

L’Autore, nell’intento di approfondire se, e in che misura, il principio di legalità, come sviluppatosi in un ordinamento “a diritto amministrativo”, sia suscettibile di traslazione nell’ordinamento canonico, avente, come tratti caratteristici, la dinamicità, flessibilità ed elasticità, sottopone ad indagine l’istituto della dispensa, ritenuto, dalla migliore dottrina, quello più significativo per comprendere il rapporto tra legge e atto amministrativo. Dalla relativa indagine, trae il convincimento della difficoltà di conciliare i tratti caratteristici dell’ordinamento canonico, come sopra individuati, con il principio di legalità, specie se di quest’ultimo viene accentuato l’aspetto della garanzia anziché quello – più adatto all’ordinamento canonico – di utile strumento per realizzare l’equa composizione degli interessi caso per caso, con il concorso dei valori insiti nella legittimazione dell’organo competente a provvedere.