I modelli psicolinguistici di rappresentazione del linguaggio bilingue, assumono, in generale, che ciascuna lingua conosciuta dal parlante abbia livelli di attivazione diversi a seconda della situazione comunicativa, lungo un continuum di modalità linguistiche (monolingue, intermedia e bilingue). Nei bilingui, lo stato di attivazione dei sistemi linguistici può essere, in relazione alle circostanze, monolingue o bilingue; un modello esplicativo della modalità bilingue è il Dual Langue Mode (DLM), elaborato da Kecskes (2006) per descrivere il code-switching ‘classico’ nella comunità ispano-anglofona di Gibilterra. Pur ritenendo che la causa primaria del code-switching sia di ordine pragmatico-concettuale, Kecskes riconosce che esso è regolato anche dai vincoli sintattici imposti dalla struttura delle diverse lingue. In ragione di ciò, per spiegare i code-switching dei gibilterriani, sfrutta il pattern di classificazione tripartita del CS (Three-way Classification of Code-switching) di Muysken (2000), un modello sintattico-pragmatico che classifica le diverse tipologie di commutazione in base alla tipologia di bilinguismo comunitario e spiega, al contempo, il modo in cui forme linguistiche provenienti da lingue diverse si adattano alla sintassi di un enunciato. Applicando il modello di Muysken alla descrizione del comportamento linguistico dei gibilterriani, Kecskes (2006) giunge a concludere che nel DLM la ‘modalità linguistica bilingue’ è sempre attivata, persino quando i parlanti realizzano sequenze monolingui e che “il code-switching implica una relazione cooperativa, piuttosto che competitiva, fra i diversi canali linguistici” (Kecskes, 2006: 260-266). Ci si è chiesti, a questo punto, se, e in che misura, il DLM di Kecskes possa essere applicato a situazioni di bilinguismo sottrattivo con biculturalismo, dove l’apprendimento della L2 riduce la competenza della L1 senza ostacolare un’armonica identificazione con ciascuna delle culture corrispondenti. Un caso esemplare è quello rappresentato dal contesto sociolinguistico della II generazione di immigrati italo-americani, al quale la presente ricerca farà riferimento. L’intervento presenta i risultati dell’analisi funzionale e sintattica di un corpus di e-mail che un immigrato nato in America nel 1939 (da genitori siciliani emigrati nel 1913) invia, tra il 2003 e il 2004, a una cugina che vive in Sicilia. L’analisi tenterà di descrivere i code-switching ‘asimmetrici’ contenuti nel corpus alla luce del DLM di Kecskes, applicando lo stesso pattern impiegato per l’analisi dei dati gibilterriani, e cioè il modello tripartito del CS di Muysken (2000). I risultati dell’analisi consentono di osservare come, dal punto di vista sintattico, nelle produzioni trilingui del nostro parlante l’interazione tra i canali linguistici sia di tipo costante e collaborativo. Dal punto di vista pragmatico, i code-switching in direzione dell’italiano o del dialetto ricoprono impieghi funzionali analoghi a quelli osservabili in Italia nelle commutazioni di bilingui con grado, più o meno sviluppato, di dialettofonia. Senza trasmettere contrapposizioni marcatamente etnolinguistiche o culturali, i codici ‘emici’ esprimono, inoltre, un significato sociale, giacché assumono alternativamente la funzione di we-code. Appare dunque evidente come, anche in situazioni di bilinguismo asimmetrico, l’interazione tra i codici abbia carattere cooperativo e produca un sistema integrato con specifiche caratteristiche che non possono essere ridotte a una somma delle parti.

Processi cooperativi tra italiano e dialetto all’estero: aspetti funzionali e sintattici del code-switching ‘asimmetrico’

Elvira Assenza
2018-01-01

Abstract

I modelli psicolinguistici di rappresentazione del linguaggio bilingue, assumono, in generale, che ciascuna lingua conosciuta dal parlante abbia livelli di attivazione diversi a seconda della situazione comunicativa, lungo un continuum di modalità linguistiche (monolingue, intermedia e bilingue). Nei bilingui, lo stato di attivazione dei sistemi linguistici può essere, in relazione alle circostanze, monolingue o bilingue; un modello esplicativo della modalità bilingue è il Dual Langue Mode (DLM), elaborato da Kecskes (2006) per descrivere il code-switching ‘classico’ nella comunità ispano-anglofona di Gibilterra. Pur ritenendo che la causa primaria del code-switching sia di ordine pragmatico-concettuale, Kecskes riconosce che esso è regolato anche dai vincoli sintattici imposti dalla struttura delle diverse lingue. In ragione di ciò, per spiegare i code-switching dei gibilterriani, sfrutta il pattern di classificazione tripartita del CS (Three-way Classification of Code-switching) di Muysken (2000), un modello sintattico-pragmatico che classifica le diverse tipologie di commutazione in base alla tipologia di bilinguismo comunitario e spiega, al contempo, il modo in cui forme linguistiche provenienti da lingue diverse si adattano alla sintassi di un enunciato. Applicando il modello di Muysken alla descrizione del comportamento linguistico dei gibilterriani, Kecskes (2006) giunge a concludere che nel DLM la ‘modalità linguistica bilingue’ è sempre attivata, persino quando i parlanti realizzano sequenze monolingui e che “il code-switching implica una relazione cooperativa, piuttosto che competitiva, fra i diversi canali linguistici” (Kecskes, 2006: 260-266). Ci si è chiesti, a questo punto, se, e in che misura, il DLM di Kecskes possa essere applicato a situazioni di bilinguismo sottrattivo con biculturalismo, dove l’apprendimento della L2 riduce la competenza della L1 senza ostacolare un’armonica identificazione con ciascuna delle culture corrispondenti. Un caso esemplare è quello rappresentato dal contesto sociolinguistico della II generazione di immigrati italo-americani, al quale la presente ricerca farà riferimento. L’intervento presenta i risultati dell’analisi funzionale e sintattica di un corpus di e-mail che un immigrato nato in America nel 1939 (da genitori siciliani emigrati nel 1913) invia, tra il 2003 e il 2004, a una cugina che vive in Sicilia. L’analisi tenterà di descrivere i code-switching ‘asimmetrici’ contenuti nel corpus alla luce del DLM di Kecskes, applicando lo stesso pattern impiegato per l’analisi dei dati gibilterriani, e cioè il modello tripartito del CS di Muysken (2000). I risultati dell’analisi consentono di osservare come, dal punto di vista sintattico, nelle produzioni trilingui del nostro parlante l’interazione tra i canali linguistici sia di tipo costante e collaborativo. Dal punto di vista pragmatico, i code-switching in direzione dell’italiano o del dialetto ricoprono impieghi funzionali analoghi a quelli osservabili in Italia nelle commutazioni di bilingui con grado, più o meno sviluppato, di dialettofonia. Senza trasmettere contrapposizioni marcatamente etnolinguistiche o culturali, i codici ‘emici’ esprimono, inoltre, un significato sociale, giacché assumono alternativamente la funzione di we-code. Appare dunque evidente come, anche in situazioni di bilinguismo asimmetrico, l’interazione tra i codici abbia carattere cooperativo e produca un sistema integrato con specifiche caratteristiche che non possono essere ridotte a una somma delle parti.
2018
978 88 6787 929 8
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