L’ipertensione è una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati che colpisce circa il 20% della popolazione con notevoli ripercussioni sulle patologie cardiovascolari quali la malattia coronarica, l’insufficienza renale, le arteriopatie periferiche, etc. Durante i primi mesi della gravidanza è fisiologico per le gestanti, a causa di molteplici motivi, avere degli abbassamenti dei valori pressori tra questi l’aumento del progesterone che, agendo sulle pareti dei vasi sanguigni, determina una vasodilatazione e la richiesta da parte dell’utero e della placenta di una maggiore quantità di sangue che dovrà, quindi, irrorare un’area più vasta con conseguente diminuzione del volume complessivo. Pur tuttavia non è raro avere degli innalzamenti pressori che necessitano di essere tenuti sotto controllo per evitare che delle complicanze da essi generati possano avere delle conseguenze rischiose sia per la mamma che per il nascituro. L’ipertensione cronica colpisce circa il 5% delle donne in gravidanza, con una frequenza che oscilla tra 4% e il 13%, comportando, come già detto, un aumento del rischio delle complicanze materne quali: • Insorgenza di preeclampsia o gestosi • Distacco intempestivo di placenta normalmente inserita E, anche se rare: • Necrosi corticale bilaterale dei reni, insufficienza renale acuta, anuria • Emorragia in caso di aborto o parto pretermine o nel post-partum per deficit di fibrinogeno e piastrine a seguito di coagulazione intravascolare disseminata (CID) • Morte per emorragia cerebrale La preeclampsia è determinata dall’associazione dell’ipertensione con un aumento significativo dei valori della proteinuria cioè la presenza di proteine nelle urine. Il lavoro si propone di determinare, mediante uno studio retrospettivo, la misura (o quantificazione) dell’associazione tra l’ipertensione cronica lieve, moderata e grave in donne in gravidanza con l’eventuale evoluzione della stessa in gestosi mediante gli odds ratio (OR) o rapporto degli odd per poi valutare la significatività statistica di tale associazione.

Il modello logistico sulle cause che possono indurre al parto pretermine naturale

Vadalà Andrea
Primo
2017-01-01

Abstract

L’ipertensione è una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati che colpisce circa il 20% della popolazione con notevoli ripercussioni sulle patologie cardiovascolari quali la malattia coronarica, l’insufficienza renale, le arteriopatie periferiche, etc. Durante i primi mesi della gravidanza è fisiologico per le gestanti, a causa di molteplici motivi, avere degli abbassamenti dei valori pressori tra questi l’aumento del progesterone che, agendo sulle pareti dei vasi sanguigni, determina una vasodilatazione e la richiesta da parte dell’utero e della placenta di una maggiore quantità di sangue che dovrà, quindi, irrorare un’area più vasta con conseguente diminuzione del volume complessivo. Pur tuttavia non è raro avere degli innalzamenti pressori che necessitano di essere tenuti sotto controllo per evitare che delle complicanze da essi generati possano avere delle conseguenze rischiose sia per la mamma che per il nascituro. L’ipertensione cronica colpisce circa il 5% delle donne in gravidanza, con una frequenza che oscilla tra 4% e il 13%, comportando, come già detto, un aumento del rischio delle complicanze materne quali: • Insorgenza di preeclampsia o gestosi • Distacco intempestivo di placenta normalmente inserita E, anche se rare: • Necrosi corticale bilaterale dei reni, insufficienza renale acuta, anuria • Emorragia in caso di aborto o parto pretermine o nel post-partum per deficit di fibrinogeno e piastrine a seguito di coagulazione intravascolare disseminata (CID) • Morte per emorragia cerebrale La preeclampsia è determinata dall’associazione dell’ipertensione con un aumento significativo dei valori della proteinuria cioè la presenza di proteine nelle urine. Il lavoro si propone di determinare, mediante uno studio retrospettivo, la misura (o quantificazione) dell’associazione tra l’ipertensione cronica lieve, moderata e grave in donne in gravidanza con l’eventuale evoluzione della stessa in gestosi mediante gli odds ratio (OR) o rapporto degli odd per poi valutare la significatività statistica di tale associazione.
2017
978-88-255-1798-9
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