Il lungo saggio ricostruisce il contesto del reclutamento di lavoratori dal Torinese per il Reich, nell’arco temporale compreso tra i giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943 e la primavera del 1945. Il Piemonte rappresentò la quarta regione d’Italia per importanza numerica nella cornice generale dei prelievi di manodopera conosciuti dall’Italia in quella fase: altamente industrializzato e ambito dai tedeschi anche per la produzione bellica interna alla Penisola, essi vi introdussero la propria azione cercando fino al giugno 1944 di non imprimervi violenze troppo forti, che potessero metterne a rischio gli equilibri produttivi. Solo il precipitare degli eventi bellici dopo lo sbarco in Normandia, predispose gli occupanti a un nuovo passo: i rastrellamenti anti-partigiani raggiunsero in quel mese il loro culmine e i lavoratori vennero prelevati anche dalle carceri sulla base di accordi specifici tra Mussolini e Hitler. Quanti tra loro non conoscessero pene detentive troppo aspre vennero scarcerati e mandati a lavorare in Germania, prevalentemente nell’industria chimica. Nel saggio si ricostruiscono mese per mese l’impianto organizzativo delle strutture italiane e tedesche operanti nel Torinese per il reclutamento della manodopera, le diverse procedure di prelievo di tempo in tempo attivate e l’emergere di continui scioperi operai, centrati oltre che su puntuali richieste economiche anche su una crescente opposizione al fascismo e al nazismo. Dal lavoro, che si avvale di un ampio scavo documentario condotto presso archivi locali, centrali e tedeschi, emerge anche la ricostruzione di 3.346 biografie di lavoratori inviati dal Torinese in Germania: singole vicende finora del tutto sconosciute.
“Soldati del fronte” e “Soldati del lavoro”. Il reclutamento di lavoratori dal Torinese per il Reich, 1943-1945
Giovanna, D'Amico
2019-01-01
Abstract
Il lungo saggio ricostruisce il contesto del reclutamento di lavoratori dal Torinese per il Reich, nell’arco temporale compreso tra i giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943 e la primavera del 1945. Il Piemonte rappresentò la quarta regione d’Italia per importanza numerica nella cornice generale dei prelievi di manodopera conosciuti dall’Italia in quella fase: altamente industrializzato e ambito dai tedeschi anche per la produzione bellica interna alla Penisola, essi vi introdussero la propria azione cercando fino al giugno 1944 di non imprimervi violenze troppo forti, che potessero metterne a rischio gli equilibri produttivi. Solo il precipitare degli eventi bellici dopo lo sbarco in Normandia, predispose gli occupanti a un nuovo passo: i rastrellamenti anti-partigiani raggiunsero in quel mese il loro culmine e i lavoratori vennero prelevati anche dalle carceri sulla base di accordi specifici tra Mussolini e Hitler. Quanti tra loro non conoscessero pene detentive troppo aspre vennero scarcerati e mandati a lavorare in Germania, prevalentemente nell’industria chimica. Nel saggio si ricostruiscono mese per mese l’impianto organizzativo delle strutture italiane e tedesche operanti nel Torinese per il reclutamento della manodopera, le diverse procedure di prelievo di tempo in tempo attivate e l’emergere di continui scioperi operai, centrati oltre che su puntuali richieste economiche anche su una crescente opposizione al fascismo e al nazismo. Dal lavoro, che si avvale di un ampio scavo documentario condotto presso archivi locali, centrali e tedeschi, emerge anche la ricostruzione di 3.346 biografie di lavoratori inviati dal Torinese in Germania: singole vicende finora del tutto sconosciute.File | Dimensione | Formato | |
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