Schools of veterinary medicine first appeared in Europe at the end of the eighteenth century. The first in Italy was established in Turin in 1796. Legislation for a similar school was drawn up by Eugene Beauharnais in Milan in 1807, during the ‘French years’. In Naples, the School of Veterinary Medicine originated by will of King Ferdinand IV of Bourbon. The school was founded in 1795 by Ignazio Dominelli, a physician from Messina, Veterinarian to the Royal Stables In 1806, with the advent of the Napoleonic era, the School was closed. However, when Joaquin Murat became King of Naples, he strove to train a teaching staff for the school and, in March 1815, acquired the Monastery of Santa Maria degli Angeli alle Croci, where he planned to found a Botanical Garden and Veterinary School. Although Murat was unable to complete his plans, this was undertaken by Ferdinand of Bourbon on reascending to the throne. By Royal Decree n. 142 of 11 October 1815, the King established there a theoretical and practical course of Veterinary Medicine, funded by the Royal Treasury. The school opened with an annexed hall of residence for students, soldiers and civilians, a garden for the plants needed for veterinary purposes, fields and a hospital for the care of the animals. Subsequent legislation was to lay the legal foundations of the future Faculty of Veterinary Medicine of Naples. Dalla seconda metà del Settecento motivazioni economiche e sanitarie indussero i governi europei a creare scuole veterinarie modellate sulle francesi di Lione e Maisons-Alfort. Nacque così a Torino, nel 1796, la prima scuola italiana. Nel corso dell’epopea napoleonica, nella Milano degli ‘anni francesi’, una scuola simile fu progettata da Eugenio Beauharnais, e prese l’avvio con un decreto del 25 maggio 1807. A Napoli la Scuola di Veterinaria era stata fondata già nell’ultimo quarto del Settecento, per volere di Ferdinando IV di Borbone, ad opera di Ignazio Dominelli, un giovane medico messinese, Veterinario delle Reali Scuderie. Dotata di infermeria per il ricovero dei cavalli in dotazione ai Reggimenti Reali di Cavalleria, era stata aperta nel 1795, inizialmente perché ne potessero usufruire solo i militari di carriera ma, dal 1802 (dopo la breve parentesi di chiusura durante la Repubblica Partenopea e la successiva riapertura con il ritorno dei Borbone), resa accessibile all’intera cittadinanza. Nel 1806, con l’avvento dell’era napoleonica, la Scuola fu chiusa; tuttavia Gioacchino Murat, divenuto Re di Napoli, operò attivamente al fine di formare un corpo docente per la Scuola e, nel marzo del 1815, con un decreto acquisì al Ministero degli Affari Interni il Monastero di S. Maria degli Angeli alle Croci, affinché venisse destinato a Orto Botanico e a Scuola Veterinaria. Sebbene Murat non avesse potuto portare a compimento il suo programma, Ferdinando di Borbone, recuperato il trono, approvando implicitamente l’iniziativa, rese operativo il progetto mediante un’ampia decretazione regia nel corso del fatidico 1815. Mentre il Congresso di Vienna tracciava il quadro della Restaurazione nei vari stati europei, nella capitale del Regno borbonico la Scuola di Veterinaria trovò collocazione proprio nell’ex convento individuato dal Murat. Re Ferdinando, con il Regio Decreto n. 142 dell’11 Ottobre 1815, il primo di una serie, istituì un regolare corso di studi di medicina veterinaria, teorico e pratico, a spese del Tesoro Reale. Una ulteriore normativa avrebbe stabilito i fondamenti giuridici sui quali istituire la futura facoltà di Medicina Veterinaria napoletana.

FONTI NORMATIVE E PRASSI ISTITUZIONALE DELLA SCUOLA DI VETERINARIA NEL REGNO DELLE DUE SICILIE TRA XVIII E XIX SECOLO-THE LEGAL AND INSTITUTIONAL FOUNDATIONS OF THE ROYAL VETERINARY SCHOOL IN THE KINGDOM OF THE TWO SICILIES AT THE END OF EIGHTEENTH CENTURY

Rosamaria Alibrandi
2017-01-01

Abstract

Schools of veterinary medicine first appeared in Europe at the end of the eighteenth century. The first in Italy was established in Turin in 1796. Legislation for a similar school was drawn up by Eugene Beauharnais in Milan in 1807, during the ‘French years’. In Naples, the School of Veterinary Medicine originated by will of King Ferdinand IV of Bourbon. The school was founded in 1795 by Ignazio Dominelli, a physician from Messina, Veterinarian to the Royal Stables In 1806, with the advent of the Napoleonic era, the School was closed. However, when Joaquin Murat became King of Naples, he strove to train a teaching staff for the school and, in March 1815, acquired the Monastery of Santa Maria degli Angeli alle Croci, where he planned to found a Botanical Garden and Veterinary School. Although Murat was unable to complete his plans, this was undertaken by Ferdinand of Bourbon on reascending to the throne. By Royal Decree n. 142 of 11 October 1815, the King established there a theoretical and practical course of Veterinary Medicine, funded by the Royal Treasury. The school opened with an annexed hall of residence for students, soldiers and civilians, a garden for the plants needed for veterinary purposes, fields and a hospital for the care of the animals. Subsequent legislation was to lay the legal foundations of the future Faculty of Veterinary Medicine of Naples. Dalla seconda metà del Settecento motivazioni economiche e sanitarie indussero i governi europei a creare scuole veterinarie modellate sulle francesi di Lione e Maisons-Alfort. Nacque così a Torino, nel 1796, la prima scuola italiana. Nel corso dell’epopea napoleonica, nella Milano degli ‘anni francesi’, una scuola simile fu progettata da Eugenio Beauharnais, e prese l’avvio con un decreto del 25 maggio 1807. A Napoli la Scuola di Veterinaria era stata fondata già nell’ultimo quarto del Settecento, per volere di Ferdinando IV di Borbone, ad opera di Ignazio Dominelli, un giovane medico messinese, Veterinario delle Reali Scuderie. Dotata di infermeria per il ricovero dei cavalli in dotazione ai Reggimenti Reali di Cavalleria, era stata aperta nel 1795, inizialmente perché ne potessero usufruire solo i militari di carriera ma, dal 1802 (dopo la breve parentesi di chiusura durante la Repubblica Partenopea e la successiva riapertura con il ritorno dei Borbone), resa accessibile all’intera cittadinanza. Nel 1806, con l’avvento dell’era napoleonica, la Scuola fu chiusa; tuttavia Gioacchino Murat, divenuto Re di Napoli, operò attivamente al fine di formare un corpo docente per la Scuola e, nel marzo del 1815, con un decreto acquisì al Ministero degli Affari Interni il Monastero di S. Maria degli Angeli alle Croci, affinché venisse destinato a Orto Botanico e a Scuola Veterinaria. Sebbene Murat non avesse potuto portare a compimento il suo programma, Ferdinando di Borbone, recuperato il trono, approvando implicitamente l’iniziativa, rese operativo il progetto mediante un’ampia decretazione regia nel corso del fatidico 1815. Mentre il Congresso di Vienna tracciava il quadro della Restaurazione nei vari stati europei, nella capitale del Regno borbonico la Scuola di Veterinaria trovò collocazione proprio nell’ex convento individuato dal Murat. Re Ferdinando, con il Regio Decreto n. 142 dell’11 Ottobre 1815, il primo di una serie, istituì un regolare corso di studi di medicina veterinaria, teorico e pratico, a spese del Tesoro Reale. Una ulteriore normativa avrebbe stabilito i fondamenti giuridici sui quali istituire la futura facoltà di Medicina Veterinaria napoletana.
2017
978-88-97562-17-7
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