Il presente capitolo insisterà sul trattamento psicofarmacologico della disabilità intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo (DSI), secondo la terminologia più recente a basso livello adattativo (DSI-BA) e del disturbo dello spettro autistico (DSA) a basso funzionamento (DSA-BF), ovvero sulla frazione dei disturbi del neurosviluppo che mostra il maggior grado di disabilità, nell'ambito della comunicazione, della concettualizzazione, delle relazioni interpersonali e delle comuni attività della vita. Gli interventi psicofarmacologici rivolti a queste persone risultano fortemente caratterizzati, soprattutto rispetto ai criteri di prescrizione, alla tollerabilità e all'efficacia. Invece la distinzione delle specificità terapeutiche per il DSI-BA e per il DSA-BF è spesso difficile, sia in riferimento alla letteratura che all'esperienza clinica. Ciò è in parte dovuto alla sovrapposizione della fenomenica clinica: gli studi epidemiologici indicano tassi di comorbidità molto elevati, soprattutto nelle forme con QI basso. Difficoltà cognitive, d'apprendimento e d'adattamento precoci vengono riportate nel 25-70% delle persone con diagnosi di DSA e viceversa aspetti autistici sono stati rilevati nel 70% delle persone con DSI. Nei bambini con DSA la compresenza di DSI sembra determinare esiti peggiori in età adulta, soprattutto per quanto concerne la comunicazione verbale, i comportamenti ripetitivi e gli interessi ristretti. Una più grave compromissione cognitiva è risultata inoltre associata a una peggiore qualità delle interazioni sociali, della comunicazione reciproca e a maggiori deficit nel linguaggio espressivo e recettivo. Negli adolescenti e negli adulti con DSI la compresenza di DSA aumenta il numero e la gravità di comportamenti problematici e ha un impatto negativo sullo sviluppo di abilità sociali superiore a quello della psicosi.
Terapie psicofarmacologiche nel disturbo dello sviluppo intellettivo a basso livello adattativo
Antonio M. PersicoUltimo
2018-01-01
Abstract
Il presente capitolo insisterà sul trattamento psicofarmacologico della disabilità intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo (DSI), secondo la terminologia più recente a basso livello adattativo (DSI-BA) e del disturbo dello spettro autistico (DSA) a basso funzionamento (DSA-BF), ovvero sulla frazione dei disturbi del neurosviluppo che mostra il maggior grado di disabilità, nell'ambito della comunicazione, della concettualizzazione, delle relazioni interpersonali e delle comuni attività della vita. Gli interventi psicofarmacologici rivolti a queste persone risultano fortemente caratterizzati, soprattutto rispetto ai criteri di prescrizione, alla tollerabilità e all'efficacia. Invece la distinzione delle specificità terapeutiche per il DSI-BA e per il DSA-BF è spesso difficile, sia in riferimento alla letteratura che all'esperienza clinica. Ciò è in parte dovuto alla sovrapposizione della fenomenica clinica: gli studi epidemiologici indicano tassi di comorbidità molto elevati, soprattutto nelle forme con QI basso. Difficoltà cognitive, d'apprendimento e d'adattamento precoci vengono riportate nel 25-70% delle persone con diagnosi di DSA e viceversa aspetti autistici sono stati rilevati nel 70% delle persone con DSI. Nei bambini con DSA la compresenza di DSI sembra determinare esiti peggiori in età adulta, soprattutto per quanto concerne la comunicazione verbale, i comportamenti ripetitivi e gli interessi ristretti. Una più grave compromissione cognitiva è risultata inoltre associata a una peggiore qualità delle interazioni sociali, della comunicazione reciproca e a maggiori deficit nel linguaggio espressivo e recettivo. Negli adolescenti e negli adulti con DSI la compresenza di DSA aumenta il numero e la gravità di comportamenti problematici e ha un impatto negativo sullo sviluppo di abilità sociali superiore a quello della psicosi.File | Dimensione | Formato | |
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