Il dolore è un’esperienza particolarmente complessa vissuta in genere con disagio, sofferenza, pericolo, paura, disperazione, lacerazione, morte ed innumerevoli altri attributi che però non lo definiscono mai adeguatamente. È un’esperienza multidimensionale che esprime il coinvolgimento complesso di numerose strutture e sistemi dell’organismo di fronte ad un pericolo, attuale o simbolico. È un sistema adattativo, evolutivamente molto antico, attraverso cui gli esseri viventi possono proteggersi da eventi pericolosi, interni o esterni, per l’incolumità o la vita. Tiengo lo definisce un alleato essenziale per la sopravvivenza, senza il quale la vita è impossibile (Tiengo 2003) ed indice di un pericolo per qualcosa che possa incrinare, separare, dividere, l’armonia, l’equilibrio, l’unità dell’individuo. Non sembra però di aiuto in oncologia, o in altre condizioni di cronicità, quando diventa devastante, pervade ogni momento ed ogni aspetto della vita: tutto è centrato sul dolore, tutto è solo dolore. È considerato comunemente come un’esperienza esclusivamente fisica, e sul fisico è concentrata tutta l’attenzione. Ogni pensiero, ogni emozione è sempre e costantemente focalizzato sul dolore. È molto frequente sentirsi rispondere, dopo aver consigliato un supporto psicologico: “sono venuto qui perché ho una malattia fisica, ho dolore, cosa c’entra lo psicologo? ma non sono mica matto!”. In effetti è ancora prevalente l’idea che il dolore sia solo un sintomo fisico e che debba essere curato solo dal punto di vista fisico: in realtà coinvolge tutto l’organismo. Come vedremo in seguito la componente fisica è certamente la più evidente, ma non la sola. Secondo Mersky (1986) il dolore può essere definito come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associataad un danno tissutale, in atto o potenziale, ovvero descritta nei termini di tale danno”. Quindi il dolore è sempre considerato un’esperienza soggettiva ed ogni individuo apprende il significato di tale parola attraverso l’esperienza, specie dei primi anni di vita. Sicuramente si accompagna ad una componente somatica, ma ha anche carattere spiacevole, e perciò, ad una carica emozionale (IASP: Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore).Oggi infatti si parla sempre più di dolore globale o totale,proprio per comprendere sempre meglio tutti gli innumerevoli aspetti che lo compongono (fisico,emozionale, mentale, sociale, spirituale), anche ai fini di migliorare le terapie analgesiche.

Il dolore e i livelli di coscienza

marcello aragona
Primo
2017-01-01

Abstract

Il dolore è un’esperienza particolarmente complessa vissuta in genere con disagio, sofferenza, pericolo, paura, disperazione, lacerazione, morte ed innumerevoli altri attributi che però non lo definiscono mai adeguatamente. È un’esperienza multidimensionale che esprime il coinvolgimento complesso di numerose strutture e sistemi dell’organismo di fronte ad un pericolo, attuale o simbolico. È un sistema adattativo, evolutivamente molto antico, attraverso cui gli esseri viventi possono proteggersi da eventi pericolosi, interni o esterni, per l’incolumità o la vita. Tiengo lo definisce un alleato essenziale per la sopravvivenza, senza il quale la vita è impossibile (Tiengo 2003) ed indice di un pericolo per qualcosa che possa incrinare, separare, dividere, l’armonia, l’equilibrio, l’unità dell’individuo. Non sembra però di aiuto in oncologia, o in altre condizioni di cronicità, quando diventa devastante, pervade ogni momento ed ogni aspetto della vita: tutto è centrato sul dolore, tutto è solo dolore. È considerato comunemente come un’esperienza esclusivamente fisica, e sul fisico è concentrata tutta l’attenzione. Ogni pensiero, ogni emozione è sempre e costantemente focalizzato sul dolore. È molto frequente sentirsi rispondere, dopo aver consigliato un supporto psicologico: “sono venuto qui perché ho una malattia fisica, ho dolore, cosa c’entra lo psicologo? ma non sono mica matto!”. In effetti è ancora prevalente l’idea che il dolore sia solo un sintomo fisico e che debba essere curato solo dal punto di vista fisico: in realtà coinvolge tutto l’organismo. Come vedremo in seguito la componente fisica è certamente la più evidente, ma non la sola. Secondo Mersky (1986) il dolore può essere definito come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associataad un danno tissutale, in atto o potenziale, ovvero descritta nei termini di tale danno”. Quindi il dolore è sempre considerato un’esperienza soggettiva ed ogni individuo apprende il significato di tale parola attraverso l’esperienza, specie dei primi anni di vita. Sicuramente si accompagna ad una componente somatica, ma ha anche carattere spiacevole, e perciò, ad una carica emozionale (IASP: Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore).Oggi infatti si parla sempre più di dolore globale o totale,proprio per comprendere sempre meglio tutti gli innumerevoli aspetti che lo compongono (fisico,emozionale, mentale, sociale, spirituale), anche ai fini di migliorare le terapie analgesiche.
2017
978-88-85864-00-9
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