Prima di parlare di Accoglienza, bisogna fare riferimento alla persona che si ammala, a colei alla quale l’avvento di ogni disturbo, che sia benigno come un’influenza oppure che costituisca una diretta minaccia per la vita, come un addome acuto o una malattia tumorale, provoca naturalmente reazioni non solo biologiche ma anche psicologiche (Schneider 1989). La malattia interrompe e disorganizza l’abituale ritmo di vita, mette in crisi i rapporti col proprio corpo e con il mondo in cui l’individuo vive, diventa una specie di “disorientamento della propria identità” (Carta degli Operatori sanitari 1994).Nel linguaggio comune, “Accogliere” indica l’atto di ricevere qualcuno o qualcosa con una disposizione d’animo positiva, soprattutto nella prima fase del rapporto che viene stabilito.La qualitàe l’efficacia delle azioni di orientamento dipendono in gran parte da come viene condotta l'accoglienza, perché è in questa fase che si costruiscono alcune importanti premesse per il successo dei processi successivi.Un’accoglienza idonea si realizza attraverso un insieme di azioni, utilizzando diversi strumenti, predisponendo e organizzando spazi e ambienti in funzione della relazione da stabilire.Accogliere non vuol dire soltanto instaurare un dialogo tra due soggetti (dimensione interpersonale) durante il momento iniziale del percorso formativo o sanitario, ma accogliere è anche, ascoltare, accettare, offrire rifugio, assistere, comprendere, è anche prendersi cura, comunicare, rispettare, accompagnare in tutte le fasi di questo percorso.
Dalla qualità dell’accoglienza al prendersi cura della persona: verso l’organizzazione di un protocollo di accoglienza in oncologia
Stefania PanettaPrimo
;Marcello Aragona
Ultimo
2017-01-01
Abstract
Prima di parlare di Accoglienza, bisogna fare riferimento alla persona che si ammala, a colei alla quale l’avvento di ogni disturbo, che sia benigno come un’influenza oppure che costituisca una diretta minaccia per la vita, come un addome acuto o una malattia tumorale, provoca naturalmente reazioni non solo biologiche ma anche psicologiche (Schneider 1989). La malattia interrompe e disorganizza l’abituale ritmo di vita, mette in crisi i rapporti col proprio corpo e con il mondo in cui l’individuo vive, diventa una specie di “disorientamento della propria identità” (Carta degli Operatori sanitari 1994).Nel linguaggio comune, “Accogliere” indica l’atto di ricevere qualcuno o qualcosa con una disposizione d’animo positiva, soprattutto nella prima fase del rapporto che viene stabilito.La qualitàe l’efficacia delle azioni di orientamento dipendono in gran parte da come viene condotta l'accoglienza, perché è in questa fase che si costruiscono alcune importanti premesse per il successo dei processi successivi.Un’accoglienza idonea si realizza attraverso un insieme di azioni, utilizzando diversi strumenti, predisponendo e organizzando spazi e ambienti in funzione della relazione da stabilire.Accogliere non vuol dire soltanto instaurare un dialogo tra due soggetti (dimensione interpersonale) durante il momento iniziale del percorso formativo o sanitario, ma accogliere è anche, ascoltare, accettare, offrire rifugio, assistere, comprendere, è anche prendersi cura, comunicare, rispettare, accompagnare in tutte le fasi di questo percorso.File | Dimensione | Formato | |
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