Sono sempre più allarmanti i dati che rilevano l’esistenza di molteplici e differenti tipologie di malessere e disagio giovanile che assumono nuove forme di manifestazione (hikikomori, Emo, ecc.). Si tratta di problematiche multicausali derivanti dall’interazione di molteplici fattori individuali e contestuali che agiscono a livelli diversi e in tempi differenti. Tra le variabili contestuali, la famiglia può assumere il ruolo di concausa nella manifestazione di alcune forme di malessere giovanile. Ciò perché la famiglia, oltre a rappresentare la prima agenzia educativa, costituisce anche l’ambiente più fragile e più esposto alle continue tensioni derivanti dalle complesse trasformazioni sociali. Infatti, dinanzi ad una società in rapida e continua evoluzione, spesso, i genitori si trovano a dover affrontare tutta una serie di problematiche inerenti il loro rapporto con i figli, senza però essere in possesso di quegli strumenti idonei a gestirle in modo adeguato. Da qui, la necessità di aiutare i genitori a costruire nuove relazioni educative, ovvero aiutarli a sviluppare e potenziare risorse e competenze specifiche. Oggi, infatti, essere genitori presuppone una particolare preparazione senza la quale il rischio di andare incontro a complicazioni aumenta sostanzialmente. Sembra, dunque, che la priorità odierna non sia più quella di educare ad apprendere, ma quella di apprendere ad educare.

Nuove forme di disagio giovanile. Il ruolo della famiglia

Bagnato Karin
2018-01-01

Abstract

Sono sempre più allarmanti i dati che rilevano l’esistenza di molteplici e differenti tipologie di malessere e disagio giovanile che assumono nuove forme di manifestazione (hikikomori, Emo, ecc.). Si tratta di problematiche multicausali derivanti dall’interazione di molteplici fattori individuali e contestuali che agiscono a livelli diversi e in tempi differenti. Tra le variabili contestuali, la famiglia può assumere il ruolo di concausa nella manifestazione di alcune forme di malessere giovanile. Ciò perché la famiglia, oltre a rappresentare la prima agenzia educativa, costituisce anche l’ambiente più fragile e più esposto alle continue tensioni derivanti dalle complesse trasformazioni sociali. Infatti, dinanzi ad una società in rapida e continua evoluzione, spesso, i genitori si trovano a dover affrontare tutta una serie di problematiche inerenti il loro rapporto con i figli, senza però essere in possesso di quegli strumenti idonei a gestirle in modo adeguato. Da qui, la necessità di aiutare i genitori a costruire nuove relazioni educative, ovvero aiutarli a sviluppare e potenziare risorse e competenze specifiche. Oggi, infatti, essere genitori presuppone una particolare preparazione senza la quale il rischio di andare incontro a complicazioni aumenta sostanzialmente. Sembra, dunque, che la priorità odierna non sia più quella di educare ad apprendere, ma quella di apprendere ad educare.
2018
978-88-6760-585-9
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