Sulla scorta delle categorie interpretative fornite dallo studio fondativo di Mircea Eliade, Il mito dell’eterno ritorno. Archetipi e ripetizione (Paris 1949), nel quale i comportamenti sociali sono interpretati come l’infinita scansione di una liturgia rituale e ripetitiva di modelli archetipici, il contributo (pri- ma parte di un dittico di indagine) si propone di dimostrare attraverso quali dinamiche testuali il tema del ‘pasto del mostro’, proprio del mito, fornisca a Sidonio un paradigma negativo che trova attualizzazione concreta, quotidiana e rituale nel ‘pasto del barbaro’ (oggetto specifico di una seconda parte di prossima pubblicazione). L’analisi dei vv. 159-67 del carm. 9, nei quali sono elencati i labores di Ulisse e dei suoi compagni (Polifemo; Circe; i Lestrigoni; Calipso; le Sirene; Nauplio; Scilla e Cariddi), conduce alla decifrazione di un sofisticato intarsio letterario finalizzato alla costruzione di una macrometafora alimentare, in cui il mare si configura come il mostro divoratore di navi e di uomini. I verbi voro, vomo e ructo si rivelano caratterizzanti e connotativi del ‘pasto mostruoso’, come conferma l’analisi di altri passi sidoniani (ccarm. 9.83 e 106 ss.; 5.23 s.; 23.210 ss.; 16.25-30).
Valenze letterarie e metaletterarie del cibo nell’opera di Sidonio Apollinare. I. Il ‘pasto del mostro’ e il mito
Rosa Santoro
2020-01-01
Abstract
Sulla scorta delle categorie interpretative fornite dallo studio fondativo di Mircea Eliade, Il mito dell’eterno ritorno. Archetipi e ripetizione (Paris 1949), nel quale i comportamenti sociali sono interpretati come l’infinita scansione di una liturgia rituale e ripetitiva di modelli archetipici, il contributo (pri- ma parte di un dittico di indagine) si propone di dimostrare attraverso quali dinamiche testuali il tema del ‘pasto del mostro’, proprio del mito, fornisca a Sidonio un paradigma negativo che trova attualizzazione concreta, quotidiana e rituale nel ‘pasto del barbaro’ (oggetto specifico di una seconda parte di prossima pubblicazione). L’analisi dei vv. 159-67 del carm. 9, nei quali sono elencati i labores di Ulisse e dei suoi compagni (Polifemo; Circe; i Lestrigoni; Calipso; le Sirene; Nauplio; Scilla e Cariddi), conduce alla decifrazione di un sofisticato intarsio letterario finalizzato alla costruzione di una macrometafora alimentare, in cui il mare si configura come il mostro divoratore di navi e di uomini. I verbi voro, vomo e ructo si rivelano caratterizzanti e connotativi del ‘pasto mostruoso’, come conferma l’analisi di altri passi sidoniani (ccarm. 9.83 e 106 ss.; 5.23 s.; 23.210 ss.; 16.25-30).File | Dimensione | Formato | |
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