Alla luce di quanto trattato nel Capitolo 8 in tema di strumenti di accountability diretta, nei seguenti paragrafi verranno approfonditi i tre strumenti di rendicontazione socio-ambientale ad oggi più diffusi e maggiormente strutturati, oltre che supportati da standard setter nazionali e internazionali o dalla legislazione italiana ed europea in vigore: il Bilancio di sostenibilità, il Bilancio integrato e la Dichiarazione di carattere non-finanziario. Per i primi due, si tratta di documenti di carattere socio-ambientale diffusi a livello globale, sorretti da linee guida di carattere internazionale quali gli Standard del Global Reporting Initiative, per il Bilancio di sostenibilità, e l’ Framework dell’Integrated Reporting Council, per quanto riguarda il Bilancio integrato. In Italia, tali strumenti di rendicontazione hanno carattere di volontarietà e non esistono ad oggi regolamentazioni specifiche, leggi o altri obblighi vincolanti che impongano alle aziende di predisporre e pubblicare tali documenti. Tuttavia questa caratteristica di volontarietà non ha impedito che questi divenissero in breve tempo strumenti largamente diffusi, studiati, adottati e conosciuti. La Dichiarazione di carattere non-finanziario è uno strumento di rendicontazione sociale e ambientale imposto in Italia a determinate tipologie di aziende dal D.Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254, in recepimento della direttiva 2014/95/UE del 22 ottobre 2014. Il Decreto non obbliga le imprese a seguire determinate linee guida o framework di rendicontazione nazionali o internazionali, ma esplica una serie di tematiche che devono essere affrontate e approfondite nel documento stesso. L’obbligatorietà della predisposizione della Dichiarazione, seppur solo per le società di maggiori dimensioni, rappresenta un passaggio di rilievo, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista della rendicontazione nonfinanziaria; coinvolge infatti un significativo numero di aziende, che dall’esercizio finanziario 2017, sono obbligate a rendicontare e comunicare dati e informazioni di carattere socio-ambientale, garantendo quindi, almeno in via ipotetica, un innalzamento del livello di trasparenza e una conseguente riduzione dell’asimmetria informativa fra imprese e stakeholder.
Il bilancio di sostenibilità, il bilancio integrato e la dichiarazione di carattere non-finanziario
Marisca, CarmeloCo-primo
;
2019-01-01
Abstract
Alla luce di quanto trattato nel Capitolo 8 in tema di strumenti di accountability diretta, nei seguenti paragrafi verranno approfonditi i tre strumenti di rendicontazione socio-ambientale ad oggi più diffusi e maggiormente strutturati, oltre che supportati da standard setter nazionali e internazionali o dalla legislazione italiana ed europea in vigore: il Bilancio di sostenibilità, il Bilancio integrato e la Dichiarazione di carattere non-finanziario. Per i primi due, si tratta di documenti di carattere socio-ambientale diffusi a livello globale, sorretti da linee guida di carattere internazionale quali gli Standard del Global Reporting Initiative, per il Bilancio di sostenibilità, e l’ Framework dell’Integrated Reporting Council, per quanto riguarda il Bilancio integrato. In Italia, tali strumenti di rendicontazione hanno carattere di volontarietà e non esistono ad oggi regolamentazioni specifiche, leggi o altri obblighi vincolanti che impongano alle aziende di predisporre e pubblicare tali documenti. Tuttavia questa caratteristica di volontarietà non ha impedito che questi divenissero in breve tempo strumenti largamente diffusi, studiati, adottati e conosciuti. La Dichiarazione di carattere non-finanziario è uno strumento di rendicontazione sociale e ambientale imposto in Italia a determinate tipologie di aziende dal D.Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254, in recepimento della direttiva 2014/95/UE del 22 ottobre 2014. Il Decreto non obbliga le imprese a seguire determinate linee guida o framework di rendicontazione nazionali o internazionali, ma esplica una serie di tematiche che devono essere affrontate e approfondite nel documento stesso. L’obbligatorietà della predisposizione della Dichiarazione, seppur solo per le società di maggiori dimensioni, rappresenta un passaggio di rilievo, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista della rendicontazione nonfinanziaria; coinvolge infatti un significativo numero di aziende, che dall’esercizio finanziario 2017, sono obbligate a rendicontare e comunicare dati e informazioni di carattere socio-ambientale, garantendo quindi, almeno in via ipotetica, un innalzamento del livello di trasparenza e una conseguente riduzione dell’asimmetria informativa fra imprese e stakeholder.File | Dimensione | Formato | |
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