Negli ultimi anni il rapporto tra migrazioni e criminalità ha assunto caratteristiche quantitative e qualitative tali da suscitare un rinnovato interesse in ogni parte del mondo e ha motivato la ricerca criminologica ad andare al di là dei tradizionali argomenti sull’incidenza della delinquenza tra gli immigrati o della reazione sociale nei loro confronti. La globalizzazione dell’economia mondiale, attraverso gli scambi commerciali e la diffusione delle informazioni, ha proposto (o imposto?) ai Paesi in via di sviluppo modelli di vita e di benessere tipici dei Paesi industrializzati, dando l’avvio a importanti e irrefrenabili spinte migratorie dalle nazioni economicamente più svantaggiate a quelle dotate di maggiore ricchezza e di opportunità lavorative. In questa prospettiva tutti i Paesi del mondo sono in qualche modo coinvolti da fenomeni migratori di enormi dimensioni, con caratteristiche del tutto diverse rispetto al passato. Paesi come gli USA e il Canada, che hanno affrontato le immigrazioni dei primi anni del secolo scorso, si trovano attualmente in condizioni del tutto simili a quei Paesi europei che sono stati la destinazione prevalente per coloro che emigravano nel Secondo dopoguerra. Al di là dei tradizionali quesiti della ricerca criminologica su migrazioni e criminalità, tuttavia, sono emerse negli ultimi anni nuove questioni, connesse alle dimensioni e alle modalità dei flussi migratori. Un primo problema all’attenzione degli studiosi è quello del traffico internazionale di migranti e del ruolo che in questo traffico svolge la criminalità organizzata. Altri problemi legati alle migrazioni recenti sono rappresentati dall’ingresso nel mondo della malavita locale di organizzazioni criminali straniere, che si specializzano in aree specifiche di delinquenza od operano in specifici contesti etnici o nazionali. In alcuni casi si tratta di una semplice “esportazione” di modelli criminali già esistenti nei Paesi di origine, mentre altre organizzazioni sono nate a partire da mutamenti avvenuti in alcune nazioni del mondo e si sono successivamente estese al resto del pianeta. Un ultimo aspetto della globalizzazione è dato dal fenomeno allarmante del terrorismo internazionale, specialmente dopo l’undici settembre 2001. Questo evento ha catalizzato l’attenzione mondiale, riattivando – con effetti disastrosi sotto tutti i punti di vista – l’immagine dello “straniero pericoloso”.

Rapporti migratori e criminalità nella prospettiva dell'integrazione e della sicurezza sociale

Simona Raffaele
2019-01-01

Abstract

Negli ultimi anni il rapporto tra migrazioni e criminalità ha assunto caratteristiche quantitative e qualitative tali da suscitare un rinnovato interesse in ogni parte del mondo e ha motivato la ricerca criminologica ad andare al di là dei tradizionali argomenti sull’incidenza della delinquenza tra gli immigrati o della reazione sociale nei loro confronti. La globalizzazione dell’economia mondiale, attraverso gli scambi commerciali e la diffusione delle informazioni, ha proposto (o imposto?) ai Paesi in via di sviluppo modelli di vita e di benessere tipici dei Paesi industrializzati, dando l’avvio a importanti e irrefrenabili spinte migratorie dalle nazioni economicamente più svantaggiate a quelle dotate di maggiore ricchezza e di opportunità lavorative. In questa prospettiva tutti i Paesi del mondo sono in qualche modo coinvolti da fenomeni migratori di enormi dimensioni, con caratteristiche del tutto diverse rispetto al passato. Paesi come gli USA e il Canada, che hanno affrontato le immigrazioni dei primi anni del secolo scorso, si trovano attualmente in condizioni del tutto simili a quei Paesi europei che sono stati la destinazione prevalente per coloro che emigravano nel Secondo dopoguerra. Al di là dei tradizionali quesiti della ricerca criminologica su migrazioni e criminalità, tuttavia, sono emerse negli ultimi anni nuove questioni, connesse alle dimensioni e alle modalità dei flussi migratori. Un primo problema all’attenzione degli studiosi è quello del traffico internazionale di migranti e del ruolo che in questo traffico svolge la criminalità organizzata. Altri problemi legati alle migrazioni recenti sono rappresentati dall’ingresso nel mondo della malavita locale di organizzazioni criminali straniere, che si specializzano in aree specifiche di delinquenza od operano in specifici contesti etnici o nazionali. In alcuni casi si tratta di una semplice “esportazione” di modelli criminali già esistenti nei Paesi di origine, mentre altre organizzazioni sono nate a partire da mutamenti avvenuti in alcune nazioni del mondo e si sono successivamente estese al resto del pianeta. Un ultimo aspetto della globalizzazione è dato dal fenomeno allarmante del terrorismo internazionale, specialmente dopo l’undici settembre 2001. Questo evento ha catalizzato l’attenzione mondiale, riattivando – con effetti disastrosi sotto tutti i punti di vista – l’immagine dello “straniero pericoloso”.
2019
978-88-9391-586-1
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