Il tema del riuso delle aree militari dismesse ha ormai conquistato un ruolo strategico indiscusso, ma anche controverso, nelle azioni di rigenerazione urbana. Si tratta di manufatti e spazi che trovano espressione attraverso una presenza spesso “ingombrante” sia fisicamente che nell’immaginario collettivo: segni architettonici forti, in grado di incidere sul disegno urbano e sul paesaggio ma vissuti come spazi altri, inaccessibili ed estranei. Il recupero di questi manufatti, e delle loro aree di pertinenza, rappresenta una grande opportunità soprattutto in quelle realtà dove la dismissione è diventata sorgente di degrado generando squilibri e disagi sociali che sfociano anche in attività illecite. Viviamo una fase storica in cui mentre imprenditoria e istituzioni stanno, in tempi forzatamente ridotti dalle diverse emergenze (climatiche, pandemiche, …), aggiornando procedure, strumenti e competenze per poter cogliere le grandi opportunità offerte dai vari tipi di “transizione”; esiste già un terzo settore che, ormai da anni, investe sul potenziamento della innovazione della sua componente imprenditoriale, e che si è rafforzato nella produzione ed erogazione di servizi, senza snaturarne la missione che rimane di matrice sociale e strumentale alla generazione di utilità collettiva. L’esperienza di “Fondazione di Comunità di Messina” – realtà dalle molteplici aree di interesse che si pone l’obiettivo di sviluppare un modello di welfare di comunità capace di generare capitale sociale – viene qui presentata per il modello di recupero applicato a un edificio difensivo storico trasformato nel “Parco Sociale di Forte Petrazza”. L’ex spazio militare, per anni occupato abusivamente dalla criminalità locale, oggi si propone come luogo della legalità e presidio culturale e sociale “in cui convivono e si contaminano saperi del fare e del mettere in relazione”, rappresentando anche uno dei poli del progetto “Capacity”, sviluppato e approvato nell’ambito del Programma straordinario di riqualificazione e sicurezza delle periferie urbane promosso dal Governo nel 2016.
Il presidio sociale e culturale del terzo settore nel recupero delle aree militari dismesse. Forte Petrazza e Fondazione di Comunità
Arena, Marina
;Cannata, Francesco
2021-01-01
Abstract
Il tema del riuso delle aree militari dismesse ha ormai conquistato un ruolo strategico indiscusso, ma anche controverso, nelle azioni di rigenerazione urbana. Si tratta di manufatti e spazi che trovano espressione attraverso una presenza spesso “ingombrante” sia fisicamente che nell’immaginario collettivo: segni architettonici forti, in grado di incidere sul disegno urbano e sul paesaggio ma vissuti come spazi altri, inaccessibili ed estranei. Il recupero di questi manufatti, e delle loro aree di pertinenza, rappresenta una grande opportunità soprattutto in quelle realtà dove la dismissione è diventata sorgente di degrado generando squilibri e disagi sociali che sfociano anche in attività illecite. Viviamo una fase storica in cui mentre imprenditoria e istituzioni stanno, in tempi forzatamente ridotti dalle diverse emergenze (climatiche, pandemiche, …), aggiornando procedure, strumenti e competenze per poter cogliere le grandi opportunità offerte dai vari tipi di “transizione”; esiste già un terzo settore che, ormai da anni, investe sul potenziamento della innovazione della sua componente imprenditoriale, e che si è rafforzato nella produzione ed erogazione di servizi, senza snaturarne la missione che rimane di matrice sociale e strumentale alla generazione di utilità collettiva. L’esperienza di “Fondazione di Comunità di Messina” – realtà dalle molteplici aree di interesse che si pone l’obiettivo di sviluppare un modello di welfare di comunità capace di generare capitale sociale – viene qui presentata per il modello di recupero applicato a un edificio difensivo storico trasformato nel “Parco Sociale di Forte Petrazza”. L’ex spazio militare, per anni occupato abusivamente dalla criminalità locale, oggi si propone come luogo della legalità e presidio culturale e sociale “in cui convivono e si contaminano saperi del fare e del mettere in relazione”, rappresentando anche uno dei poli del progetto “Capacity”, sviluppato e approvato nell’ambito del Programma straordinario di riqualificazione e sicurezza delle periferie urbane promosso dal Governo nel 2016.Pubblicazioni consigliate
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