Secondo le più recenti teorie lo studio delle mappe storiche di tipo geografico non è più esclusivamente finalizzato alla determinazione di un giudizio di tipo estetico o alla descrizione o classificazione degli elementi in esso contenuti, bensì alla conoscenza del contesto all’interno del quale sono state prodotte e che, sotto molti aspetti, ne determina le caratteristiche. In quest’ottica le mappe devono essere concepite, quindi, come una struttura visuale da decodificare individuandone i diversi linguaggi rappresentativi dei modelli culturali, dei meccanismi di percezione visiva, dei codici figurativi, delle capacità tecniche e delle conoscenze scientifiche e infine della committenza, e quindi delle finalità per cui vengono redatte e dei loro immediati fruitori. La comprensione e la decodifica dei linguaggi rappresentativi delle mappe storiche si configurano quindi quali strumenti di conoscenza dei modelli culturali che hanno determinato nei secoli l’identità di un territorio. Attraverso una breve ma significativa rassegna di esempi relativi alla Sicilia, unitamente al riconoscimento delle tecniche di rappresentazione e ai codici grafici utilizzati, si tenta un percorso finalizzato alla ricostruzione non tanto dell’identità fisica dei luoghi quanto di un palinsesto, un documento in cui si fondono valori culturali e materiali. La rappresentazione della Sicilia attraverso le sue mappe risente inevitabilmente della sua condizione di territorio assoggettato a dominazioni diverse ognuna delle quali lascia in eredità un tessuto culturale che si fonde con il vissuto locale dando vita, così come nel campo dell’arte e dell’architettura, anche in tema di produzione cartografica, a una koinè culturale di indubbia originalità che non trova analoghi riscontri nel resto del territorio nazionale. A tutto ciò si aggiunge il tormentato passato di questo territorio scosso con frequenza inaudita da violenti scosse telluriche e le inevitabili ricadute nel tessuto sia economico che sociale. Tutto ciò traspare dalle mappe, non solo dal disegno che il singolo cartografo produce del territorio ma anche dagli altri elementi che concorrono alla definizione dell’elaborato come i cartigli, ad esempio, quasi un secondo testo all’interno della mappa che tende a orientare e precisare ancora di più le finalità del documento oltre a esaltarne le valenze estetiche. Un approccio conoscitivo di questo genere potrebbe diventare di fondamentale importanza, in un’ipotetica strategia d’intervento sul territorio, per riconoscerne le sue specificità culturali, le sue molteplici espressioni, la sua storia, lo spirito dei suoi luoghi, l’insieme, cioè, degli elementi che contribuiscono a definirne l’identità. “La conoscenza dei luoghi, dell’intreccio profondo fra saperi contestuali e scientifici, delle loro identità profonde, riaffiora come bisogno per progettare il futuro, come fondamento ineludibile del progetto”.

La rappresentazione della Sicilia attraverso le mappe storiche

Adriana Arena
2021-01-01

Abstract

Secondo le più recenti teorie lo studio delle mappe storiche di tipo geografico non è più esclusivamente finalizzato alla determinazione di un giudizio di tipo estetico o alla descrizione o classificazione degli elementi in esso contenuti, bensì alla conoscenza del contesto all’interno del quale sono state prodotte e che, sotto molti aspetti, ne determina le caratteristiche. In quest’ottica le mappe devono essere concepite, quindi, come una struttura visuale da decodificare individuandone i diversi linguaggi rappresentativi dei modelli culturali, dei meccanismi di percezione visiva, dei codici figurativi, delle capacità tecniche e delle conoscenze scientifiche e infine della committenza, e quindi delle finalità per cui vengono redatte e dei loro immediati fruitori. La comprensione e la decodifica dei linguaggi rappresentativi delle mappe storiche si configurano quindi quali strumenti di conoscenza dei modelli culturali che hanno determinato nei secoli l’identità di un territorio. Attraverso una breve ma significativa rassegna di esempi relativi alla Sicilia, unitamente al riconoscimento delle tecniche di rappresentazione e ai codici grafici utilizzati, si tenta un percorso finalizzato alla ricostruzione non tanto dell’identità fisica dei luoghi quanto di un palinsesto, un documento in cui si fondono valori culturali e materiali. La rappresentazione della Sicilia attraverso le sue mappe risente inevitabilmente della sua condizione di territorio assoggettato a dominazioni diverse ognuna delle quali lascia in eredità un tessuto culturale che si fonde con il vissuto locale dando vita, così come nel campo dell’arte e dell’architettura, anche in tema di produzione cartografica, a una koinè culturale di indubbia originalità che non trova analoghi riscontri nel resto del territorio nazionale. A tutto ciò si aggiunge il tormentato passato di questo territorio scosso con frequenza inaudita da violenti scosse telluriche e le inevitabili ricadute nel tessuto sia economico che sociale. Tutto ciò traspare dalle mappe, non solo dal disegno che il singolo cartografo produce del territorio ma anche dagli altri elementi che concorrono alla definizione dell’elaborato come i cartigli, ad esempio, quasi un secondo testo all’interno della mappa che tende a orientare e precisare ancora di più le finalità del documento oltre a esaltarne le valenze estetiche. Un approccio conoscitivo di questo genere potrebbe diventare di fondamentale importanza, in un’ipotetica strategia d’intervento sul territorio, per riconoscerne le sue specificità culturali, le sue molteplici espressioni, la sua storia, lo spirito dei suoi luoghi, l’insieme, cioè, degli elementi che contribuiscono a definirne l’identità. “La conoscenza dei luoghi, dell’intreccio profondo fra saperi contestuali e scientifici, delle loro identità profonde, riaffiora come bisogno per progettare il futuro, come fondamento ineludibile del progetto”.
2021
9788899586201
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