Il riconoscimento della centralità del testo nell’esperienza della lingua che i parlanti fanno – maturato nella seconda metà del Novecento – avrebbe potuto comportare un cambiamento di paradigma nella didattica dell’italiano verso l’analisi delle funzioni degli oggetti linguistici nella realtà della comunicazione, che è una realtà testuale. Passato il periodo della rivoluzione dell’educazione linguistica, però, la grammaticografia scolastica si è riappropriata degli scopi che aveva perseguito preferenzialmente fin dalla fine dell’Ottocento: la classificazione delle forme e delle strutture ricadenti nell’ambito della fonologia e della grafematica, della morfologia e della semantica lessicale, della sintassi della frase semplice e della sintassi del periodo. La rinuncia alla dimensione testuale della grammaticografia produce la paradossale idea, che si radica profondamente nella visione generale della lingua dello studente, che la grammatica sia “un’altra cosa”, isolata e senza conseguenze, tanto rispetto alla letteratura quanto rispetto alla lingua d’uso di cui lo studente fa esperienza quotidianamente. Per scongiurare l’instaurarsi di questa idea fuorviante e deleteria per la motivazione allo studio, la trattazione della funzionalità testuale degli elementi grammaticali dovrebbe entrare nel cuore della grammaticografia, aiutata dallo sfruttamento di esempi testuali, autentici in senso stretto e no.
Il contributo del testo autentico alla didattica della grammatica nella secondaria di primo grado
fabio ruggianoPrimo
2022-01-01
Abstract
Il riconoscimento della centralità del testo nell’esperienza della lingua che i parlanti fanno – maturato nella seconda metà del Novecento – avrebbe potuto comportare un cambiamento di paradigma nella didattica dell’italiano verso l’analisi delle funzioni degli oggetti linguistici nella realtà della comunicazione, che è una realtà testuale. Passato il periodo della rivoluzione dell’educazione linguistica, però, la grammaticografia scolastica si è riappropriata degli scopi che aveva perseguito preferenzialmente fin dalla fine dell’Ottocento: la classificazione delle forme e delle strutture ricadenti nell’ambito della fonologia e della grafematica, della morfologia e della semantica lessicale, della sintassi della frase semplice e della sintassi del periodo. La rinuncia alla dimensione testuale della grammaticografia produce la paradossale idea, che si radica profondamente nella visione generale della lingua dello studente, che la grammatica sia “un’altra cosa”, isolata e senza conseguenze, tanto rispetto alla letteratura quanto rispetto alla lingua d’uso di cui lo studente fa esperienza quotidianamente. Per scongiurare l’instaurarsi di questa idea fuorviante e deleteria per la motivazione allo studio, la trattazione della funzionalità testuale degli elementi grammaticali dovrebbe entrare nel cuore della grammaticografia, aiutata dallo sfruttamento di esempi testuali, autentici in senso stretto e no.Pubblicazioni consigliate
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