The Euchologion Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale-Badia Greca, Γ.β.Ι (gr. 89) is one of the most valuable witnesses for our knowledge of the Constantinopolitan liturgical tradition. The early date generally assigned to the codex (eleventh or twelfth century) and its authoritative textual tradition, together with its assumed use at the Council of Ferrara-Florence, have enhanced the prestige of the book in the eyes of Byzantine liturgy scholars. The manuscript came to be known as “Euchologium Bessarionis”, since it was believed to belong to Cardinal Bessarion and to have been later donated by him to the Grottaferrata monastery, where he was commendatory abbot from 1462 to 1472. Only recently has the manuscript correctly been assigned a later date (thirteenth century); at the same time, its historical events have been analysed with a more critical eye. Despite its importance, the codex has never been subjected to careful examination from a codicological and palaeographical point of view. The main purpose of this paper is to offer scholars such a desideratum by repositioning this precious source in its actual geographical and historical context and by clarifying some fundamental steps in the history of the manuscript before its final destination, the library of the Grottaferrata monastery, where it is currently preserved. L’Eucologio Crypt. Γ.β.Ι (gr. 89) è uno dei testimoni manoscritti più importanti per la conoscenza della tradizione liturgica costantinopolitana. La datazione alta (secolo XI o anche XII) generalmente assegnata in passato al codice, unita all’autorevolezza della tradizione testuale da esso veicolata e alla sua presunta utilizzazione al Concilio di Ferrara-Firenze, ha contribuito a esaltarne il prestigio agli occhi degli studiosi di liturgia bizantina. Agli stessi si deve anche l’appellativo «Euchologium Bessarionis» con il quale il manoscritto è più comunemente noto, essendo appartenuto - secondo una tradizione largamente condivisa - al cardinale Bessarione, che poi lo donò al monastero di Grottaferrata del quale fu abate commendatario dal 1462 al 1472. Solo di recente il manoscritto è stato assegnato, correttamente, a un’epoca più tarda (seconda metà del XIII secolo) mentre, contemporaneamente, sono state riconsiderate con occhio critico diverso le vicende storiche del manoscritto. Nonostante la sua importanza, il codice non è stato mai fatto oggetto di un accurato esame codicologico e paleografico. Scopo della presente relazione è quello di offrire agli studiosi tale desideratum restituendo questa preziosa fonte al contesto storico-geografico di appartenenza, e contribuendo a chiarire alcuni momenti dei vari passaggi del manoscritto fino al suo arrivo definitivo nella biblioteca del monastero di Grottaferrata dove tuttora è custodito.

L’ «Euchologium Bessarionis» Crypt. Γ.β.Ι: note paleografiche, codicologiche e testuali

Donatella Bucca
2021-01-01

Abstract

The Euchologion Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale-Badia Greca, Γ.β.Ι (gr. 89) is one of the most valuable witnesses for our knowledge of the Constantinopolitan liturgical tradition. The early date generally assigned to the codex (eleventh or twelfth century) and its authoritative textual tradition, together with its assumed use at the Council of Ferrara-Florence, have enhanced the prestige of the book in the eyes of Byzantine liturgy scholars. The manuscript came to be known as “Euchologium Bessarionis”, since it was believed to belong to Cardinal Bessarion and to have been later donated by him to the Grottaferrata monastery, where he was commendatory abbot from 1462 to 1472. Only recently has the manuscript correctly been assigned a later date (thirteenth century); at the same time, its historical events have been analysed with a more critical eye. Despite its importance, the codex has never been subjected to careful examination from a codicological and palaeographical point of view. The main purpose of this paper is to offer scholars such a desideratum by repositioning this precious source in its actual geographical and historical context and by clarifying some fundamental steps in the history of the manuscript before its final destination, the library of the Grottaferrata monastery, where it is currently preserved. L’Eucologio Crypt. Γ.β.Ι (gr. 89) è uno dei testimoni manoscritti più importanti per la conoscenza della tradizione liturgica costantinopolitana. La datazione alta (secolo XI o anche XII) generalmente assegnata in passato al codice, unita all’autorevolezza della tradizione testuale da esso veicolata e alla sua presunta utilizzazione al Concilio di Ferrara-Firenze, ha contribuito a esaltarne il prestigio agli occhi degli studiosi di liturgia bizantina. Agli stessi si deve anche l’appellativo «Euchologium Bessarionis» con il quale il manoscritto è più comunemente noto, essendo appartenuto - secondo una tradizione largamente condivisa - al cardinale Bessarione, che poi lo donò al monastero di Grottaferrata del quale fu abate commendatario dal 1462 al 1472. Solo di recente il manoscritto è stato assegnato, correttamente, a un’epoca più tarda (seconda metà del XIII secolo) mentre, contemporaneamente, sono state riconsiderate con occhio critico diverso le vicende storiche del manoscritto. Nonostante la sua importanza, il codice non è stato mai fatto oggetto di un accurato esame codicologico e paleografico. Scopo della presente relazione è quello di offrire agli studiosi tale desideratum restituendo questa preziosa fonte al contesto storico-geografico di appartenenza, e contribuendo a chiarire alcuni momenti dei vari passaggi del manoscritto fino al suo arrivo definitivo nella biblioteca del monastero di Grottaferrata dove tuttora è custodito.
2021
978-2-503-58953-4
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