I mass media , in particolare cinema e televisione, hanno contribuito a forgiare, sin dalle prime esperienze audiovisive di fine Ottocento, un'idea di Medioevo, erede della tradizione romantica, che si è consolidata nel corso del tempo fino a divenire parte integrante e fondante dell'immaginario collettivo occidentale. Se nella percezione contemporanea il Medioevo è un tempo/spazio fantastico, un altrove onirico, in cui convivono miti e temi di natura diversa, spesso diametralmente opposti, dalla stregoneria al mito del cavaliere cristiano, dagli sfondi e ambientazioni cupe, spesso tenebrosi castelli (neo)gotici abitati da oscuri tiranni, monaci criptici o creature della notte, a splendenti giardini di Armida, dalla quest circolare dell'eroe in viaggio per la salvezza delgenere umano all'età della Chiesa, dello spiritualismo comunitario e religioso, lo si deve in buona parte alle produzioni cinematografiche, filmiche e televisive, che affiancano, in questo processo di ricreazione del passato medievale, le produzioni artistiche come la letteratura fantasy e la pittura, le rievocazioni storiche e l'opera lirica, ma anche i prodotti della “sub-cultura” quali i movimenti new age, le religioni “neopagane”, le mode “gothic” o “dark”. Sono un esempio i prodotti dell'americana Walt Disney, ispirati al ciclo arturiano, alle fiabe dei fratelli Grimm ed ai castelli neogotici e suggestivi di Ludwig II di Baviera - si pensi a Biancaneve, La Bella Addormentata, Cenerentola, La Spada nella roccia, Notre Dame de Paris, film d'animazione che rappresentano il tentativo dell'America, innamorata dei romanzi storici di Walter Scott e delle leggende medievali della madrepatria, di appropriarsi di un'età che storicamente non le è mai appartenuta ma nella quale, trasfigurandola, sognandola e immaginandola, trova la propria nuova identità e legittimazione. O ancora il fortunato filone tematico del “mistero dei Templari” e della Cerca del Graal. Ma il successo e l'apogeo del Medioevo fantastico nel XXI secolo si deve soprattutto alla fortunata trilogia de Il Signore degli Anelli, di Peter Jackson, tratta dall'omonima saga epic-fantasy di J.R.R. Tolkien, che ha segnato non solo il fiorire di nuove società di studi, ma ha dato un'ulteriore spinta propulsiva all'ideazione di giochi di ruolo, videogiochi, serie tv, film a tema fantasy - medievaleggiante, come la saga filmica delle Cronache di Narnia , ispirata agli omonimi romanzi di Lewis, Eragon (2006), tratto dalla saga di Paolini, e la serie tv La Leggenda di Earthsea (2004), ispirata ai racconti di Ursula K. Le Guin, che hanno difatti accresciuto il successo delle opere originarie, presentando questi autori alle nuove generazioni, amanti del fantasy e degli effetti speciali. In questo processo un ruolo fondamentale spetta ancora una volta agli Stati Uniti d'America, paese delle prime produzioni filmiche “sword and sorcery” (letteralmente “spada e stregoneria”), particolare sottogenere del fantasy, tra i quali rientra il Conan il Barbaro del 1982 , diretto da John Milius e interpretato da Arnold Schwazneger nel ruolo di Conan, ispirato al personaggio e al ciclo di racconti ideati da Robert H. Howard negli anni Trenta, a sua volta modello per la serie animata di He-Man del 1983. Non è un caso che proprio gli States, a partire dalla metà del XX secolo, siano diventati uno dei maggiori produttori di film di ambientazione medievale-fantastica, se si pensa che, già a partire dagli anni quaranta dell'Ottocento, la cultura e la società americana hanno ripensato e rielaborato il Medioevo romantico, eroico e cavalleresco d'origine europea, conosciuto attraverso le opere pittoriche revivalistiche dei preraffaelliti e i romanzi del Ciclo Arturiano, giungendo ad esiti originali e innovativi tanto in campo grafico, quanto in quello architettonico, per rintracciarvi nel passato le origini dell'America odierna, la denuncia di vecchie storture sociali, il fulcro dei nuovi motivi costituzionali oppure ideali politici ispirati al teutonismo - si pensi alle curiose realizzazioni neogotiche come il Woolworth Building di New York, realizzato nel 1909, o alle illustrazioni dei personaggi arturiani di Howard Pyle e Harold Foster, caratterizzati da abiti preraffaelliti e da toni e accenti di americani “da frontiera”, che tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e i primi del Novecento, ricreano un Medioevo nella quale il Nuovo Continente può pienamente riconoscersi, ispirando negli anni Cinquanta film come Ivanohe (1952), diretto da Richard Thorpe e interpretato da Robert Taylor, e Prince Valiant , del 1953, realizzato da Hathaway. In tal senso il Conan di Milius riprende temi e motivi tipici del medievalismo d'età romantica-novecentesca, rivisitandoli in chiave moderna: l'ambientazione in un tempo e luogo mitici, in cui regnano guerra e sovrannaturale, magia e creature fantastiche, la terra di Hyboria; il senso di nostalgia, smarrimento e meraviglia per un'Era ormai dimenticata, l'Era Hyboriana, nella quale la nostra civiltà non ha ancora fatto la sua comparsa mentre quelle di Atlantide e Lemuria sono state cancellate da un cataclisma; il titanismo, il culto della virtù militare e della forza “barbarica” pura e distruttrice, incarnata da Conan il Cimmero, in grado di porre fine al vecchio ordine per instaurarne uno nuovo, secondo il modello mitico - romantico dell'eroe germanico, “barbaro”, puro, forte e incorrotto, responsabile della sconfitta dei decadenti popoli dell'Impero Romano e della conquista civilizzatrice dell'Europa; la caratterizzazione del protagonista, voluto dal regista come un eroe “mitico del Nord Europa”, imponente, maestoso e iracondo; l'equipaggiamento militare dei personaggi, dotati di armi, come spadoni a due mani, e pesanti armature, medievali soltanto nell'idea e nel concetto, che hanno contribuito a forgiare nella cultura occidentale l'immagine dell'eroe barbarico – medievale tipico; il mito del buon selvaggio e della bontà primigenia dell'uomo. A Conan il Cimmero, l'eroe barbaro dai valori sani e dai desideri semplici, nel quale il popolo americano si identificava per lo spirito di libertà, la forza, gli ideali nazionalistici e isolazionisti, si sono andati ad aggiungere nel corso degli anni numerosi altri prodotti cinematografici e televisivi che hanno concorso a definire l'immagine di Medioevo come passato mitico e terra di eroi. Per restare nei soli Stati Uniti si pensi al film Yado (Red Sonia) di Fleischer (1985), incentrato sulle avventure dell'eroina Sonia, sorta di corrispettivo femminile di Conan, dove compare il tema della lotta per l'equilibrio e il ripristino degli ordini, dei poteri sulla terra; i più recenti Solomon Kane (2009), che presenta, pur essendo ambientato nel Seicento, i motivi della missione crociata – cristiana dello spiritualismo religioso tipici del Medievalismo occidentale, e Prince of Persia (2010), diretto da Mike Newell, basato sull'omonimo videogioco, nel quale il principe protagonista, eroe dall'armamentario orientaleggiante ma dai modi e toni del solitario cavaliere medievale, codificato dalla cultura romantica-novecentesca, si muove in un luogo che ricalca il sogno di un Oriente misterioso, dimora di saperi arcani e magie sconosciute al mondo occidentale, secondo una visione rielaborata dell'Orientalismo ottocentesco.
Conan: la spada e lo stregone. Middle Ages e fantasy: la rielaborazione del medioevo attraverso le saghe filmiche sword and sorcery
Maggio Nicolo
Primo
2021-01-01
Abstract
I mass media , in particolare cinema e televisione, hanno contribuito a forgiare, sin dalle prime esperienze audiovisive di fine Ottocento, un'idea di Medioevo, erede della tradizione romantica, che si è consolidata nel corso del tempo fino a divenire parte integrante e fondante dell'immaginario collettivo occidentale. Se nella percezione contemporanea il Medioevo è un tempo/spazio fantastico, un altrove onirico, in cui convivono miti e temi di natura diversa, spesso diametralmente opposti, dalla stregoneria al mito del cavaliere cristiano, dagli sfondi e ambientazioni cupe, spesso tenebrosi castelli (neo)gotici abitati da oscuri tiranni, monaci criptici o creature della notte, a splendenti giardini di Armida, dalla quest circolare dell'eroe in viaggio per la salvezza delgenere umano all'età della Chiesa, dello spiritualismo comunitario e religioso, lo si deve in buona parte alle produzioni cinematografiche, filmiche e televisive, che affiancano, in questo processo di ricreazione del passato medievale, le produzioni artistiche come la letteratura fantasy e la pittura, le rievocazioni storiche e l'opera lirica, ma anche i prodotti della “sub-cultura” quali i movimenti new age, le religioni “neopagane”, le mode “gothic” o “dark”. Sono un esempio i prodotti dell'americana Walt Disney, ispirati al ciclo arturiano, alle fiabe dei fratelli Grimm ed ai castelli neogotici e suggestivi di Ludwig II di Baviera - si pensi a Biancaneve, La Bella Addormentata, Cenerentola, La Spada nella roccia, Notre Dame de Paris, film d'animazione che rappresentano il tentativo dell'America, innamorata dei romanzi storici di Walter Scott e delle leggende medievali della madrepatria, di appropriarsi di un'età che storicamente non le è mai appartenuta ma nella quale, trasfigurandola, sognandola e immaginandola, trova la propria nuova identità e legittimazione. O ancora il fortunato filone tematico del “mistero dei Templari” e della Cerca del Graal. Ma il successo e l'apogeo del Medioevo fantastico nel XXI secolo si deve soprattutto alla fortunata trilogia de Il Signore degli Anelli, di Peter Jackson, tratta dall'omonima saga epic-fantasy di J.R.R. Tolkien, che ha segnato non solo il fiorire di nuove società di studi, ma ha dato un'ulteriore spinta propulsiva all'ideazione di giochi di ruolo, videogiochi, serie tv, film a tema fantasy - medievaleggiante, come la saga filmica delle Cronache di Narnia , ispirata agli omonimi romanzi di Lewis, Eragon (2006), tratto dalla saga di Paolini, e la serie tv La Leggenda di Earthsea (2004), ispirata ai racconti di Ursula K. Le Guin, che hanno difatti accresciuto il successo delle opere originarie, presentando questi autori alle nuove generazioni, amanti del fantasy e degli effetti speciali. In questo processo un ruolo fondamentale spetta ancora una volta agli Stati Uniti d'America, paese delle prime produzioni filmiche “sword and sorcery” (letteralmente “spada e stregoneria”), particolare sottogenere del fantasy, tra i quali rientra il Conan il Barbaro del 1982 , diretto da John Milius e interpretato da Arnold Schwazneger nel ruolo di Conan, ispirato al personaggio e al ciclo di racconti ideati da Robert H. Howard negli anni Trenta, a sua volta modello per la serie animata di He-Man del 1983. Non è un caso che proprio gli States, a partire dalla metà del XX secolo, siano diventati uno dei maggiori produttori di film di ambientazione medievale-fantastica, se si pensa che, già a partire dagli anni quaranta dell'Ottocento, la cultura e la società americana hanno ripensato e rielaborato il Medioevo romantico, eroico e cavalleresco d'origine europea, conosciuto attraverso le opere pittoriche revivalistiche dei preraffaelliti e i romanzi del Ciclo Arturiano, giungendo ad esiti originali e innovativi tanto in campo grafico, quanto in quello architettonico, per rintracciarvi nel passato le origini dell'America odierna, la denuncia di vecchie storture sociali, il fulcro dei nuovi motivi costituzionali oppure ideali politici ispirati al teutonismo - si pensi alle curiose realizzazioni neogotiche come il Woolworth Building di New York, realizzato nel 1909, o alle illustrazioni dei personaggi arturiani di Howard Pyle e Harold Foster, caratterizzati da abiti preraffaelliti e da toni e accenti di americani “da frontiera”, che tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e i primi del Novecento, ricreano un Medioevo nella quale il Nuovo Continente può pienamente riconoscersi, ispirando negli anni Cinquanta film come Ivanohe (1952), diretto da Richard Thorpe e interpretato da Robert Taylor, e Prince Valiant , del 1953, realizzato da Hathaway. In tal senso il Conan di Milius riprende temi e motivi tipici del medievalismo d'età romantica-novecentesca, rivisitandoli in chiave moderna: l'ambientazione in un tempo e luogo mitici, in cui regnano guerra e sovrannaturale, magia e creature fantastiche, la terra di Hyboria; il senso di nostalgia, smarrimento e meraviglia per un'Era ormai dimenticata, l'Era Hyboriana, nella quale la nostra civiltà non ha ancora fatto la sua comparsa mentre quelle di Atlantide e Lemuria sono state cancellate da un cataclisma; il titanismo, il culto della virtù militare e della forza “barbarica” pura e distruttrice, incarnata da Conan il Cimmero, in grado di porre fine al vecchio ordine per instaurarne uno nuovo, secondo il modello mitico - romantico dell'eroe germanico, “barbaro”, puro, forte e incorrotto, responsabile della sconfitta dei decadenti popoli dell'Impero Romano e della conquista civilizzatrice dell'Europa; la caratterizzazione del protagonista, voluto dal regista come un eroe “mitico del Nord Europa”, imponente, maestoso e iracondo; l'equipaggiamento militare dei personaggi, dotati di armi, come spadoni a due mani, e pesanti armature, medievali soltanto nell'idea e nel concetto, che hanno contribuito a forgiare nella cultura occidentale l'immagine dell'eroe barbarico – medievale tipico; il mito del buon selvaggio e della bontà primigenia dell'uomo. A Conan il Cimmero, l'eroe barbaro dai valori sani e dai desideri semplici, nel quale il popolo americano si identificava per lo spirito di libertà, la forza, gli ideali nazionalistici e isolazionisti, si sono andati ad aggiungere nel corso degli anni numerosi altri prodotti cinematografici e televisivi che hanno concorso a definire l'immagine di Medioevo come passato mitico e terra di eroi. Per restare nei soli Stati Uniti si pensi al film Yado (Red Sonia) di Fleischer (1985), incentrato sulle avventure dell'eroina Sonia, sorta di corrispettivo femminile di Conan, dove compare il tema della lotta per l'equilibrio e il ripristino degli ordini, dei poteri sulla terra; i più recenti Solomon Kane (2009), che presenta, pur essendo ambientato nel Seicento, i motivi della missione crociata – cristiana dello spiritualismo religioso tipici del Medievalismo occidentale, e Prince of Persia (2010), diretto da Mike Newell, basato sull'omonimo videogioco, nel quale il principe protagonista, eroe dall'armamentario orientaleggiante ma dai modi e toni del solitario cavaliere medievale, codificato dalla cultura romantica-novecentesca, si muove in un luogo che ricalca il sogno di un Oriente misterioso, dimora di saperi arcani e magie sconosciute al mondo occidentale, secondo una visione rielaborata dell'Orientalismo ottocentesco.Pubblicazioni consigliate
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