Il ruolo dell'abate Giovanni Crimi agli albori del Risorgimento italiano

Il saggio ricostruisce la prima fase della parabola esistenziale e politica dell'abate siciliano Giovanni Crimi, figura significativa di ecclesiastico e patriota risorgimentale, noto soprattutto per il ruolo di primo piano avuto nei moti del 1847-48 a Messina e Palermo. L'indagine è incentrata sulle tappe iniziali del suo "apprendistato" rivoluzionario, evidenziando il contesto in cui l'abate galatese maturò la sua adesione agli ideali risorgimentali, il suo attivismo nell'universo cospirativo carbonaro sino al coinvolgimento nei moti del 1820 a Palermo, dove riportò una ferita ad una mano, e a Messina, accanto al generale Rosaroll nel '21; senza trascurare un'adeguata trattazione delle vicende degli anni Venti, quando a seguito del ruolo esercitato nella società segreta "Repubblica" fu sottoposto a processo, conclusosi con la sua condanna a morte poi tramutata in anni di carcere, da cui avrebbe ottenuto la piena libertà solo dopo la metà degli anni Quaranta.