Da più parti in questi ultimi anni si è cercato di focalizzare l’attenzione sull’importanza della relazione d’aiuto nel rapporto docente-discente e ciò è diventato ancora più rilevante e fondamentale nel rapporto docente specializzato-discente disabile. La relazione d’aiuto si configura come un elemento di fondamentale importanza in ambito didattico, e non solo, poiché senza di essa è impossibile pensare di insegnare, di facilitare l’apprendimento e di prendersi cura del percorso formativo dello studente. Essa è centrata sull’incontro e sull’imparare insieme al fine di poter crescere insieme. Si configura, infatti, come un incontro che cambia e che trasforma, e la scuola rappresenta il luogo privilegiato di questo scambio/incontro culturale, umano e sociale. Elemento-base della relazione d’aiuto è proprio la relazione: uno “spazio” in cui l’alunno non è visto come “oggetto di intervento”, ma è riconosciuto come persona con la quale elaborare una progettualità che permetta di affrontare il problema, avvalendosi delle risorse interne di cui dispone e cercando di fargli raggiungere dei risultati in tempi brevi. Tale presupposto assume una valenza ancora più significativa nel rapporto docente specializzato-alunno disabile dove la presenza di disabilità, patologie, disturbi, BES e diversità di ogni genere, rende più difficoltosa l’instaurarsi di una sana e autentica relazione d’aiuto. Le diversità personali portano inevitabilmente a processi di insegnamento/apprendimento che si dipanano in modo articolato e vario, di conseguenza, bisogna tenere conto delle caratteristiche e peculiarità dello studente, dei suoi interessi, delle sue capacità, dei suoi ritmi, delle sue difficoltà, delle sue attitudini ed inclinazioni, delle sue esperienze diverse. Ciò richiede agli insegnanti, oltre ad un importante coinvolgimento e investimento di competenze socio-psico-pedagogiche e didattiche, anche la messa in atto di tutta una serie di specifiche abilità e competenze relazionali necessarie per poter comprendere modi diversi di interagire, di comunicare e di essere. Essere in relazione, vivere la relazione, osservare la relazione, costruire o ricostruire una relazione sono tutti elementi portanti della professionalità del docente. La relazione d’aiuto si configura, pertanto, come un processo dinamico in cui ricoprono un ruolo fondamentale le convinzioni, i valori e le abilità sia del docente che del discente. Tra le abilità del docente, quelle relazionali ricoprono un ruolo-chiave perché offrono la possibilità di creare un contatto emotivamente significativo che, motivando l’alunno attraverso un coinvolgimento personale, lo aiuta nella costruzione di un’identità consapevole di sé e dei propri limiti e favorisce l’arricchimento che deriva proprio dal confronto con l’altro.

La relazione d’aiuto nel rapporto docente specializzato-discente disabile

Karin Bagnato
2022-01-01

Abstract

Da più parti in questi ultimi anni si è cercato di focalizzare l’attenzione sull’importanza della relazione d’aiuto nel rapporto docente-discente e ciò è diventato ancora più rilevante e fondamentale nel rapporto docente specializzato-discente disabile. La relazione d’aiuto si configura come un elemento di fondamentale importanza in ambito didattico, e non solo, poiché senza di essa è impossibile pensare di insegnare, di facilitare l’apprendimento e di prendersi cura del percorso formativo dello studente. Essa è centrata sull’incontro e sull’imparare insieme al fine di poter crescere insieme. Si configura, infatti, come un incontro che cambia e che trasforma, e la scuola rappresenta il luogo privilegiato di questo scambio/incontro culturale, umano e sociale. Elemento-base della relazione d’aiuto è proprio la relazione: uno “spazio” in cui l’alunno non è visto come “oggetto di intervento”, ma è riconosciuto come persona con la quale elaborare una progettualità che permetta di affrontare il problema, avvalendosi delle risorse interne di cui dispone e cercando di fargli raggiungere dei risultati in tempi brevi. Tale presupposto assume una valenza ancora più significativa nel rapporto docente specializzato-alunno disabile dove la presenza di disabilità, patologie, disturbi, BES e diversità di ogni genere, rende più difficoltosa l’instaurarsi di una sana e autentica relazione d’aiuto. Le diversità personali portano inevitabilmente a processi di insegnamento/apprendimento che si dipanano in modo articolato e vario, di conseguenza, bisogna tenere conto delle caratteristiche e peculiarità dello studente, dei suoi interessi, delle sue capacità, dei suoi ritmi, delle sue difficoltà, delle sue attitudini ed inclinazioni, delle sue esperienze diverse. Ciò richiede agli insegnanti, oltre ad un importante coinvolgimento e investimento di competenze socio-psico-pedagogiche e didattiche, anche la messa in atto di tutta una serie di specifiche abilità e competenze relazionali necessarie per poter comprendere modi diversi di interagire, di comunicare e di essere. Essere in relazione, vivere la relazione, osservare la relazione, costruire o ricostruire una relazione sono tutti elementi portanti della professionalità del docente. La relazione d’aiuto si configura, pertanto, come un processo dinamico in cui ricoprono un ruolo fondamentale le convinzioni, i valori e le abilità sia del docente che del discente. Tra le abilità del docente, quelle relazionali ricoprono un ruolo-chiave perché offrono la possibilità di creare un contatto emotivamente significativo che, motivando l’alunno attraverso un coinvolgimento personale, lo aiuta nella costruzione di un’identità consapevole di sé e dei propri limiti e favorisce l’arricchimento che deriva proprio dal confronto con l’altro.
2022
9788867609444
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