Come è noto, il rapporto di Ungaretti con Góngora e il barocco spagnolo inizia nel 1932 con le prime traduzioni di sette sonetti gongorini su «L’Italiano»; più in avanti, uno degli anni cruciali nella relazione poetico-critica tra i due poeti, sarà il 1951, quando viene pubblicato il saggio Góngora al lume d’oggi: le motivazioni per le quali l’ermeneuta Ungaretti lasci passare 19 anni tra le prime traduzioni e questo primo studio unitario sul cordobés, si giustificano in parte con l’intenzione di lasciar sedimentare alcune sollecitazioni generatesi durante le traduzioni dei sonetti gongorini e che egli decise poi di spostare verso la critica. Quando, poi, nel 1956 il poeta e traduttore tornerà ad occuparsi dal punto di vista critico di Góngora e barocco, apparirà evidente la modifica e la maturazione di certe istanze, che sono transitate dalle parole chiave del ’51 verità-realtà-miracolo- parola alle parole chiave del ’56 bellezza-orrore-morte. Cioè, è dopo 24 anni di frequentazione del barocco spagnolo, che Ungaretti riconosce i dualismi, le antitesi, le opposizioni in esso insite; si assiste ad una presa di coscienza graduale di ciò che il barocco era stato e ciò che per lui è diventato negli anni: chiaro-oscuro, luce-ombra, bellezza-deformità, splendore-decadenza, vita-morte.

Góngora barocco? Il filtro generazionale tra Lorca (critico) e Ungaretti (critico-traduttore

Savoca, M
2020-01-01

Abstract

Come è noto, il rapporto di Ungaretti con Góngora e il barocco spagnolo inizia nel 1932 con le prime traduzioni di sette sonetti gongorini su «L’Italiano»; più in avanti, uno degli anni cruciali nella relazione poetico-critica tra i due poeti, sarà il 1951, quando viene pubblicato il saggio Góngora al lume d’oggi: le motivazioni per le quali l’ermeneuta Ungaretti lasci passare 19 anni tra le prime traduzioni e questo primo studio unitario sul cordobés, si giustificano in parte con l’intenzione di lasciar sedimentare alcune sollecitazioni generatesi durante le traduzioni dei sonetti gongorini e che egli decise poi di spostare verso la critica. Quando, poi, nel 1956 il poeta e traduttore tornerà ad occuparsi dal punto di vista critico di Góngora e barocco, apparirà evidente la modifica e la maturazione di certe istanze, che sono transitate dalle parole chiave del ’51 verità-realtà-miracolo- parola alle parole chiave del ’56 bellezza-orrore-morte. Cioè, è dopo 24 anni di frequentazione del barocco spagnolo, che Ungaretti riconosce i dualismi, le antitesi, le opposizioni in esso insite; si assiste ad una presa di coscienza graduale di ciò che il barocco era stato e ciò che per lui è diventato negli anni: chiaro-oscuro, luce-ombra, bellezza-deformità, splendore-decadenza, vita-morte.
2020
978-3-631-79056-4
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