In questo lavoro ci si propone di esaminare un caso particolare di ‘fare’ (dial. fari) come ausiliare di supporto in siciliano. Il fenomeno – di diffusione territorialmente limitata e registrato solo in alcune località o microaree dell’isola (cfr. infra Tab.) – riguarda una serie di strutture frasali riconducibili a due tipi così esemplificati: 1) Cci isti facisti? “ci sei andato?” (cfr. infra § 2); 2) Chiòviri fa “piove” (cfr. infra § 3). Un aspetto che va subito evidenziato è l’opzionalità nell’impiego di queste strutture: esse infatti – nelle competenze dei parlanti – convivono con le strutture canoniche oppure con quelle marcate di carattere pansiciliano, e vengono attivate quando si presentano le condizioni pragmatiche (oltre che sintattiche) appropriate. In entrambi i tipi, ‘fare’ segue il verbo lessicalmente pieno e riveste chiaramente il ruolo di ausiliare dato che non possiede le proprietà di selezione e assegnazione di ruoli tematici (è, infatti, il verbo lessicale a selezionare gli argomenti della frase). La sua presenza è, tuttavia, giustificata sul piano funzionale, giacché – come si tenterà di dimostrare – esso si configura come un verbo di supporto che “aiuta” a creare le condizioni sintattiche per la realizzazione esplicita di tratti semantico-pragmatici.
“Cci isti facisti” e “Chiòviri fa”: costrutti particolari con il verbo ‘fare’ in Sicilia tra morfosintassi e pragmatica
Angela Castiglione
2023-01-01
Abstract
In questo lavoro ci si propone di esaminare un caso particolare di ‘fare’ (dial. fari) come ausiliare di supporto in siciliano. Il fenomeno – di diffusione territorialmente limitata e registrato solo in alcune località o microaree dell’isola (cfr. infra Tab.) – riguarda una serie di strutture frasali riconducibili a due tipi così esemplificati: 1) Cci isti facisti? “ci sei andato?” (cfr. infra § 2); 2) Chiòviri fa “piove” (cfr. infra § 3). Un aspetto che va subito evidenziato è l’opzionalità nell’impiego di queste strutture: esse infatti – nelle competenze dei parlanti – convivono con le strutture canoniche oppure con quelle marcate di carattere pansiciliano, e vengono attivate quando si presentano le condizioni pragmatiche (oltre che sintattiche) appropriate. In entrambi i tipi, ‘fare’ segue il verbo lessicalmente pieno e riveste chiaramente il ruolo di ausiliare dato che non possiede le proprietà di selezione e assegnazione di ruoli tematici (è, infatti, il verbo lessicale a selezionare gli argomenti della frase). La sua presenza è, tuttavia, giustificata sul piano funzionale, giacché – come si tenterà di dimostrare – esso si configura come un verbo di supporto che “aiuta” a creare le condizioni sintattiche per la realizzazione esplicita di tratti semantico-pragmatici.Pubblicazioni consigliate
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