L'antropologia ha da molto tempo mostrato come le pratiche alimentari, tanto quotidiane che festive, siano cariche di significati simbolici volti a definire il rapporto tra gli individui, così come quello tra esseri umani e alterità divine. Il cibo, e l'atto di mangiare o di digiunare, sono uno dei possibili modi per declinare il proprio posto in seno alla società e per definire il proprio rapporto con Dio. Il presente contributo intende illustrare brevemente le pratiche alimentari degli altipiani etiopi, principalmente della regione del Tigray, soffermandosi in primo luogo sugli elementi di continuità e opposizione tra il cibo quotidiano e quello festivo, così come sull'alternanza nel ciclo settimanale tra giorni di consumo di carne e giorni di consumo di vegetali, analizzando poi il senso dei lunghi periodi di digiuno imposti dalla tradizione liturgica ortodossa. Si cercherà in questo modo di mostrare come tali pratiche definiscano il ruolo e la posizione dei fedeli in seno alla società, e più in generale la relazione tra gli uomini e la divinità. Si vedrà inoltre come il alcune modalità di assunzione di alimenti possano invece essere collegate alle entità diaboliche o ad attività di aggressione magica. Nella seconda parte invece ci si concentrerà su come oggi il confronto tra ortodossi e pentecostali, movimento religioso in forte crescita nel paese, si giochi anche nelle diverse pratiche alimentari e nelle differenti modalità di digiuno. Tali pratiche assumno un carattere di distinzione, diventando quindi denotative non solo della propria appartenenza, ma soprattutto del complesso rapporto oppositivo tra le due declinazioni del cristianesimo.

Giorni di festa e giorni di digiuno. Pratiche alimentari tra cristiani ortodossi, pentecostali e islamici in Etiopia

Schirripa Giuseppe Domenico
2017-01-01

Abstract

L'antropologia ha da molto tempo mostrato come le pratiche alimentari, tanto quotidiane che festive, siano cariche di significati simbolici volti a definire il rapporto tra gli individui, così come quello tra esseri umani e alterità divine. Il cibo, e l'atto di mangiare o di digiunare, sono uno dei possibili modi per declinare il proprio posto in seno alla società e per definire il proprio rapporto con Dio. Il presente contributo intende illustrare brevemente le pratiche alimentari degli altipiani etiopi, principalmente della regione del Tigray, soffermandosi in primo luogo sugli elementi di continuità e opposizione tra il cibo quotidiano e quello festivo, così come sull'alternanza nel ciclo settimanale tra giorni di consumo di carne e giorni di consumo di vegetali, analizzando poi il senso dei lunghi periodi di digiuno imposti dalla tradizione liturgica ortodossa. Si cercherà in questo modo di mostrare come tali pratiche definiscano il ruolo e la posizione dei fedeli in seno alla società, e più in generale la relazione tra gli uomini e la divinità. Si vedrà inoltre come il alcune modalità di assunzione di alimenti possano invece essere collegate alle entità diaboliche o ad attività di aggressione magica. Nella seconda parte invece ci si concentrerà su come oggi il confronto tra ortodossi e pentecostali, movimento religioso in forte crescita nel paese, si giochi anche nelle diverse pratiche alimentari e nelle differenti modalità di digiuno. Tali pratiche assumno un carattere di distinzione, diventando quindi denotative non solo della propria appartenenza, ma soprattutto del complesso rapporto oppositivo tra le due declinazioni del cristianesimo.
2017
9788868128524
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